Seicentouno volte: GRAZIE!

Carissimi lettori e carissimi collaboratori,

con queste poche righe voglio abbandonare per un momento la consueta analisi politica per fare un ringraziamento sincero. La Voce che Stecca è nata poco più di sei mesi fa un po’ come esperimento (usai proprio questa parola nell’editoriale introduttivo) un po’ perché, devo confessarlo, un blog locale, come era PadovaOnline, iniziava ad essermi un po’ stretto.

In questi mesi tante cose sono cambiate: per esempio alcune persone che, spesso inaspettatamente, hanno deciso di iniziare a collaborare con noi e alcune che , purtroppo, hanno deciso di non scommettere sul nostro lavoro. Non voglio dedicar loro parole di biasimo: posso capire che lavorare gratuitamente, soprattutto se si hanno molti impegni, possa essere un di più che è meglio non avere. Mi dispiace di non vedere più la loro firma sulle nostre pagine ma, come ho già detto loro personalmente, le nostre porte rimarranno sempre aperte. Un’altra cosa che non mi aspettavo è stato il grandissimo aumento di lettori: a fronte dei 601 (ad oggi) mi piace su Facebook ci sono una media di 4000 visite al giorno, secondo quanto dichiarato dai nostri software. Non credevo che il nostro prodotto potesse essere così gradito. Ne vado orgoglioso. Se mi è permessa una breve riflessione, direi che il nostro grande (almeno per quanto ci aspettavamo) numero di lettori può anche essere la risposta ad un’esigenza, sempre più sentita, di una informazione diversa: libera da ogni vincolo, non legata a questo o a quello schieramento politico, «senza nessun padrone che non sia il lettore», per citare Indro Montanelli. La Voce è nata proprio per supplire a questa mancanza, ogni giorno più evidente. Per fortuna c’è qualche eccezione che purtroppo non fa altro che confermare la regola.

Noi non abbiamo padroni e ospitiamo qualunque ideologia che non cozzi con il nostro unico principio inderogabile: la Costituzione. Abbiamo fra i nostri collaboratori una giovane scrittrice con più di qualche simpatia per il centrosinistra e una professoressa che con nel PD padovano ha ricoperto anche un incarico abbastanza di rilievo. Ovviamente succede che io alcune volte non sia d’accordo con le loro posizioni ma non avrei mai il diritto di censurarle per questa ragione. Né per nessun’altra.

Ringrazio anche e soprattutto tutti i nostri lettori che, con la loro presenza muta o testimoniata dalle mail che mi arrivano, ci incitano a proseguire tentando di dare sempre il massimo in un progetto in cui crediamo fortemente.

Il Direttore
Tito G. Borsa
direttore.lavocechestecca@gmail.com

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