La Voce: la nostra forza è l’indipendenza

In questi 11 mesi di lavoro ci hanno detto di tutto: siamo comunisti, fascisti, filogrillini, renziani, sostenitori di un ritorno dell’Eternit a Casale Monferrato, berlusconiani e chi più ne ha più ne metta. Sbagliavano tutti.
Come abbiamo ripetuto più volte – ma, in casi come questo, repetita iuvant – dal punto di vista delle idee politiche La Voce che Stecca è una realtà molto eterogenea: abbiamo dei sostenitori «illuminati» del Pd, di Grillo e anche qualcuno più di destra, che non vuol dire berlusconiano, alfaniano o leghista. Ma, quando si scrive un articolo, com’è giusto che sia il fattore politico passa inevitabilmente in secondo piano: siamo tutti dotati di un senso critico che ci consente di guardare oggettivamente una notizia a prescindere dal partito protagonista.
La nostra forza è l’indipendenza. Siamo liberi di scrivere ciò che vogliamo, prendendocene anche in prima persona la responsabilità: come direttore non ho mai messo il naso nei contenuti degli articoli dei collaboratori: La Voce che Stecca è una realtà libera e non piegata ai voleri miei o di chicchessia. È un peccato che la massa non riesca a comprenderlo.

alfano

Visto che però ad essere «etichettato» è soprattutto il sottoscritto, vorrei spendere qualche riga a dare anche qua alcune spiegazioni. Non metto in dubbio che i nostri affezionati lettori, proprio perché ci seguono tutti i giorni, siano convinti di quello che sto per dire; desidero comunque mettere in chiaro alcune cose, soprattutto per coloro che non le hanno ancora comprese.
Ho sempre odiato tutte le «etichette»: perché, se non sono iscritto ad un partito, mi devo definire «renziano», «berlusconiano», «grillino», «leghista»? Mi sono sempre stati sul gozzo i sostenitori fanatici di un partito (come di qualunque altra cosa): quelli che approvano a prescindere ogni decisione presa dai propri beniamini e scartano invece – sempre
a priori – le idee degli avversari politici solo perché non è stata la loro fazione ad averle. Per il lavoro che faccio, ma soprattutto in quanto prima di tutto sono un cittadino pensante, questo atteggiamento è inammissibile: devo poter giudicare – secondo i miei personalissimi canoni – ogni decisione di ogni partito. E così arriverò a sostenere, per esempio, un’idea di Salvini, una di Renzi e una di Luigi Di Maio. Contraddizione? Non credo: anche il più incapace dei politici, se ben consigliato, può partorire un paio di idee buone. Non di più.

Tito Borsa