25 aprile: pensiamo alle recensioni sulla Voce

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Oggi è il 25 aprile e si ricordano i 70 anni trascorsi dalla liberazione dal nazifascismo in Italia. Vorremmo approfittare di questa data per condividere con voi lettori una piccola riflessione che riguarda le nostre sezioni «Cultura» e «Spettacoli&Musica». Gran parte degli articoli contenuti in queste categorie sono recensioni, ossia il nostro giudizio sui libri e sui cd che ci capitano sottomano. Come è evidente a chi ci segue, abbiamo deciso di pubblicare il nostro giudizio su di un prodotto indipendentemente dal fatto che tale giudizio sia positivo o negativo. Sappiamo che una linea editoriale orientata in tal senso è decisamente «controcorrente» (per rifarci al nostro motto): chiunque mastichi un po’ di pagine culturali di blog e giornali converrà con noi che le recensioni sono quasi sempre positive. Delle due l’una: o tutti i libri che arrivano nelle redazioni sono degli autentici capolavori, oppure c’è qualcosa che non quadra. Una parte dei nostri colleghi blogger (e pure dei giornalisti), per esempio, pubblica esclusivamente recensioni positive. Non sia mai di inimicarsi questo o quell’editore. Cosa c’entra questo discorso con il 25 aprile? È presto detto: una delle differenze fra una dittatura e una democrazia sta nella libertà di dire ciò che si pensa, sempre. Ed è questo il leitmotiv delle recensioni che pubblichiamo. Mandare un libro o un cd ad un blog o ad un giornale significa fare un investimento su quel prodotto: io editore o discografico spendo i soldi di una copia (perché credo nel potenziale di quell’artista/scrittore) in vista di una recensione positiva che può portarmi alla vendita di molte copie in più. Se il giudizio del giornalista/blogger è negativo, partendo dal presupposto che quest’ultimo è una persona onesta, la colpa è solo mia: ho preso – detto molto schiettamente – un abbaglio. E non c’è conflitto di interessi che tenga: recensire un prodotto significa dare un’informazione molto precisa al lettore che, leggendo l’articolo, si affida al giudizio dell’autore. Non possiamo permetterci di tradire la fiducia di chi ci segue.
Molte delle case editrici e discografiche che puntualmente ci mandano le loro ultime uscite ragionano come noi e quindi non se la prendono per una sonora bocciatura; ma anche in questo caso generalizzare sarebbe sbagliato.
Ma non vale molto di più una piena promozione quando non è scontata, rispetto ai casi in cui è soltanto una buona recensione come tutte le altre?