Moreno Morello. L’intervista al Gatsby padovano

di Giada Arcidiacono

Moreno Morello, noto inviato di Striscia la notizia, è originario di Padova. Nato nel capoluogo veneto nel 1973, anche a causa delle sue origini, mantiene la sua regione natale come area di azione come personaggio televisivo e come «paladino della giustizia». Moreno Morello, infatti, per il programma di Canale 5, si occupa di truffe, in particolare di falsificatori di denaro e sedicenti guaritori. Famoso per il suo abito bianco, si esprime sempre con un linguaggio molto ricercato e si ritrova spesso ad inseguire, correndo, i malfattori che scappano per tentare di sfuggirgli. 

Qual è il suo rapporto oggi con la città di Padova e con i suoi abitanti?
Anche se la mia carriera mi ha portato a spostarmi tra varie località, la mia casa è Padova. Ci torno non appena mi è possibile ed è proprio qui che svolgo alcune delle mie attività, tra cui quella sportiva. In una parola, il rapporto che ho con Padova è di grande affetto.

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Ha notato dei cambiamenti nel corso di questi anni dal punto di vista sociale o politico?
Il mio lavoro mi porta a visitare e ad avere un raggio d’azione più ampio rispetto a quello cittadino. Ormai il tempo che passo a Padova è limitato e ho poca occasione di concentrarmi sulla cronaca locale. Non essendo documentato, mi è impossibile fare confronti su cambi di tendenze.

Com’era la vita universitaria quando lei ha frequentato la facoltà di giurisprudenza?
Non ho vissuto un’esperienza universitaria canonica. Ero in contatto con l’università perchè partecipavo a molti eventi sportivi collegati ad essa e per un certo periodo ho anche lavorato per un ente benefico che si occupava della tutela e della promozione del territorio padovano, ma ho affrontato tutti gli esami da non frequentante. Ho vissuto la parte sociale e sportiva dell’università ma non mi sono mai confrontato con professori.

C_35_news_7628_listatakes_itemTake_0_fotoQuanto conta la formazione giuridica nel suo lavoro?
Tutte le esperienze mi sono tornate utili, ma la formazione giuridica si è rivelata fondamentale: quando mi presentai per il posto a Striscia cercavano proprio degli inviati con competenze giuridiche: bisogna aver consapevolezza quando si affrontano certi servizi e inchieste.

Il lavoro svolto da Striscia è un punto di riferimento per i cittadini con vari problemi?
Noi non ci sostituiamo mai alle forze dell’ordine e non arrestiamo nessuno, in alcuni casi aiutiamo ad accelerare i processi e segnaliamo problemi alla polizia. Io sono specializzato in casi di truffe: conosco i meccanismi più utilizzati e se mi segnalano un caso posso essere sul posto entro breve e documentare i fatti. La nostra azione riguarda anche la prevenzione: abbiamo promosso più di un servizio che spiegava gli svolgimenti delle le truffe più comuni, soprattutto a danno degli anziani. 

Nel 2011 ha ricevuto un premio «per l’eleganza della costruzione sintattica all’interno della frase». Da dove nasce questa sua passione per il «parlare bene»?
Questa è una passione che ho da sempre e che mi ha  aiutato molto nel mio lavoro. Quando mi presentai alle audizioni, Antonio Ricci notò subito il mio linguaggio forbito e ci costruì attorno un personaggio signorile vestito di bianco (stile Grande Gatsby). Nei miei servizi tendo ad esasperare l’aulicità del linguaggio e ad affiancarlo ad espressioni pedestri per creare ossimoro, lo stesso ossimoro presente tra il mio nome, Morello (che rimanda a un colore scuro) e il mio abito bianco.