L’enorme valore di un viaggio

«Ho scoperto prestissimo che i migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla».

(Tiziano Terzani)

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Talvolta il desiderio di un viaggio parte da un libro, studiato a scuola, scoperto in libreria o trovato per caso in qualche scaffale vecchio. Chiunque almeno una volta nella vita si è ritrovato a sfogliare le pagine di un libro e affascinato o semplicemente incuriosito dalla storia, dalle città, dalla cultura e dalle fotografie si è promesso di raggiungere prima o poi quei posti. Vedere con i tuoi occhi la Grecia di Omero e il massimo splendore dell’Atene di Socrate, Platone e Aristotele. Scoprire la civiltà egizia e i misteri delle piramidi che hanno sempre affascinato o avventurarsi tra le terre lontane conquistate da Alessandro Magno. La scoperta dell’America studiata sin da piccoli e la curiosità di vedere questo immenso continente, per passar poi alla Rivoluzione Francese e vedere con i tuoi occhi i resti della Bastiglia. E perché no, scoprire il fascino dell’Oriente, vedere la Cina di Mao o fare in tempo a scorgere la Cuba di Che Guevara.

«Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole».

(Charles Baudelaire)

Si decide di partire per un motivo razionale o semplicemente per una spinta emotiva molto forte. Un anno passato all’estero durante il eiffel-towerliceo,un’esperienza in Erasmus o meglio ancora una pausa dopo la maturità, seguendo le orme del Grand Tour prima di immergersi nella carriera universitaria o lavorativa. Un viaggio ti apre la mente, ti permette di conoscere una nuova lingua e nuove culture, confrontarti con gli altri, spezzare la quotidianità e la monotonia, ma soprattutto ti cambia. Da qui parte la voglia di girare il mondo e di voler intraprendere più esperienze possibili, per poi farne tesoro nella tua esperienza interiore e anche professionale.

«Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato».

(Edgar Allan Poe)

Viaggiare talvolta ti permette di portare a casa un sogno da mettere nel cassetto. Tre giorni a Parigi: ti innamori di quella città e decidi che prima o poi studierai lì, per assaporare le aule in legno della Sorbonne, gli scaffali delle librerie colmi di tomi, per rivedere la storica scritta che ha accompagnato il sogno della Rivoluzione «Liberté, Egalité, Fraternité» e che si affaccia sull’imponente Pantheon. O scendere per le strade di Boulevard Saint Michel, in una classica giornata parigina di pioggia, con le librerie colme di libri di diritto, politica, storia e filosofia e scorgere i parigini con i libri sotto braccio che si ritrovano nel Café de Flore alle 5 del pomeriggio per il loro classico bicchiere di vino rouge. E perché no, attraversare il Pont des Arts, vedere il tramonto sulla Senna e incantarsi di fronte alle Bouiquinistes, le antiche librerie a cielo aperto di Parigi, piene di libri usati, di vecchie edizioni dei libri di Proust e delle foto immancabili di Doisneau.

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«Ai giovani che mi chiedono “Ma io, che faccio?” rispondo “Guarda! Il mondo è pieno di cose da esplorare. Il mondo che mi sono trovato davanti io in Vietnam, in Cambogia, in Cina non c’è più. Ma c’è un altro mondo lì, aperto per chi lo vuole scoprire. Quello che ho fatto io non è unico. Io non sono un’eccezione. Io questa vita me la sono inventata, e mica cento anni fa, ieri l’altro. Ognuno ce la può fare, ci vuole solo coraggio, determinazione e un senso di sé che non sia solo quello piccino della carriera e dei soldi; che sia il senso che sei parte di questa cosa meravigliosa che è tutta qui attorno a noi. È fattibile, fattibile per tutti. Fare una vita, una vita. Una vera vita, una vita in cui sei tu. Una vita in cui ti riconosci».

(Tiziano Terzani)

Viaggiare ti fa anche metter in pratica ciò che sei costretto a studiare in tomi di 1000 pagine. Un’esperienza di volontariato, per esempio, che ti porterà ad arricchire non solo il tuo curriculum e la tua formazione ma anche la tua crescita interiore. Ti potrà permettere di aiutare e dare sostegno a chi ne ha bisogno, imparare a capire un popolo completamente diverso dal tuo, con i suoi lati negativi e positivi, di scoprire le tue debolezze e fragilità di fronte a certe realtà così forti e diverse. Ti porterà a vivere con semplicità, ad affrontare la vita in modo diverso e ad avere nuovi occhi. Ma soprattutto capirai che la tua fragilità sarà anche la tua più grande forza nel saper affrontare nei momenti futuri le situazioni più difficili.