Kampah: arte fra U2, stencil e photoshop

Flavio Campagna, in arte Kampah o F CK, è un artista sui generis noto a livello internazionale, che da qualche mese collabora con il nostro blog per condividere con i nostri lettori la sua storia, le sue opere e le sue riflessioni.
Oggi a ospitare i suoi lavori sono i muri delle città – italiane, come Parma, la sua città d’origine, o Roma, ma anche estere, come Los Angeles, che considera la sua seconda casa –, ma per molti anni è stata la televisione. Flavio, infatti, prima di dedicarsi quasi interamente alla street art, ha lavorato come grafico e regista, soprattutto pubblicitario, per i più noti marchi di auto, tecnologia, sport, comunicazione, a livello mondiale. Suo il video delle olimpiadi di Sidney del 2000.

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Kampah considera l’inizio del suo percorso artistico l’ammirazione per il padre Ettore quando, nel tempo libero concessogli dal suo lavoro di imbianchino e tappezziere di carte da parati, disegnava e dipingeva. Intenzionato a diventare un fumettista, negli anni ’70 ha frequentato l’Istituto d’Arte di Parma, dove è rimasto affascinato invece dalla grafica. Dopo i primi tre anni di lavoro a fianco dell’Art Director di Fiorucci Augusto Vignali, si è trasferito a Londra dove è stato designer per riviste di musica. Ha svolto questo lavoro anche dopo il suo ritorno in Italia, prima di cominciare la sua carriera per la televisione, con il famoso designer Mario Convertino. Da qui si è spostato a Hollywood, dove ha prodotto sigle televisive per i più grandi network, finché non ha deciso di aprire una propria casa di produzione.
Nel ’98 ha ripreso a viaggiare, lavorando ad Amsterdam, San Francisco, Bali, Sydney, e Los Angeles. Tra le sue collaborazioni più importanti 13912771_10154410515764920_433561524594858433_nnon si può non citare quella con gli U2, per cui ha realizzato un video, e quella con Ridley Scott, per cui ha lavorato sui titoli di testa del film Black Hawk Down.
Nonostante la carriera costellata di successi, da qualche anno qualcosa è cambiato: Flavio ha deciso di non dedicarsi più alla tv, e ha intrapreso un nuovo percorso, quello dello Stencil Artist. In un primo momento, il suo obiettivo era esprimere la sua opinione sulla situazione politica italiana: nelle sue opere figurano volti noti, di coloro che definisce «i suoi eroi e i suoi nemici»: Berlusconi, Travaglio, Saviano… Ma anche Gheddafi, il cui ritratto, la sua prima opera stencil grande, è ispirato alla celebre fotografia di Che Guevara. Negli ultimi anni, tuttavia, si è allontanato dalla politica per abbracciare anche altri temi, sociali e umanitari.
La sua tecnica, lo stencil, gli permette di fondere in modo unico la pittura e la grafica, di «condensare tutte le sue specialità artistiche e manuali in un flusso continuo di piacere creativo nel far nascere un’opera unica nel suo genere e che comunichi con il resto del mondo in modo viscerale». Un aspetto originale della sua personalità di artista è rappresentato dal fatto che ricerca continuamente la partecipazione e l’approvazione dei fruitori delle sue opere, mai realizzate per sé stesso ma sempre per il resto del mondo. A questo lavoro si aggiungono le 13907210_10154417651404920_6490478966836888320_nelaborazioni grafiche, pubblicate sia sul Fatto Quotidiano sia su questo blog, che riescono a unire arte e satira.
Finora Flavio ha venduto più di 120 opere e realizzato più di 30 pareti: è la dimostrazione che vale sempre la pena di assecondare le proprie inclinazioni e inseguire i propri sogni, anche in un ambito come quello artistico: «Vivere d’Arte è la cosa più bella per chi l’Arte se la sente nel sangue e ha la giusta passione per farlo. È una strada dura e lunga da percorrere con tanti alti e bassi, ma un Artista vero non può fare a meno di percorrerla».

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