Governo Salvimaio: cosa c’è e cosa manca nel programma

Così, dopo mille peripezie, dopo più di due mesi di trattative, il Salvimaio si farà, per la gioia del Pd che già strilla al fascismo. Fantastici, no? Prima rifiutano ogni tipo di trattativa, poi si scandalizzano quando al governo ci va uno come Salvini. Evidentemente i finti verginelli dimenticano i governi Letta-Berlusconi e Renzi-Alfano-Verdini.
Il contratto di governo è pronto, visto e rivisto. I due leader della scena sono in pole position per presentarsi al Quirinale con il nome del candidato premier. Che governo si prospetta? Difficile dirlo, il contratto di governo è ben delineato in alcuni punti e molto vago su altri. Sicuramente la differenza la faranno i ministri: se Salvini e Di Maio sapranno trovare persone oneste e capaci, allora potremmo vedere anche qualcosa di concreto e, forse, di diverso (non necessariamente meglio rispetto a quanto non siamo abituati).
Le promesse ci sono e il contratto è un intreccio tra i programmi di Lega e M5S. Decisamente più a sinistra per quanto riguarda scuola e reddito di cittadinanza, nettamente più a destra sulla questione migranti, fisco e lavoro.
Che cosa ha portato il M5S e, invece, che cosa la Lega? Viene da pensare che il codice etico per i membri del governo sia un punto fermo dei grillini, infatti i membri del governo non possono appartenere a massonerie e non possono essere sottoposti a processi per reati gravi. Di chiara matrice grillina è anche il rispetto del referendum del 2011 per l’acqua pubblica. Di stampo leghista è sicuramente il capitolo agricoltura, dove l’impegno prioritario è la tutela del «Made in Italy», con una base agricola di piccole e medie imprese.
Il conflitto d’interessi fa parte del programma di governo gialloverde ed è sicuramente di provenienza grillina. Tuttavia sembra essere molto debole e non prevede misure che riguardino Berlusconi (gli amici della Lega hanno dato una mano?).
Il programma considera la creazione di una banca per gli investimenti garantita dallo Stato (anche questo di chiara estrazione grillina) che prevede il sostegno per piccole e medie imprese. È inoltre prevista una vera e propria rivoluzione bancaria che prevede la separazione tra banche di investimento e banche di credito al pubblico.
Rimane la chiara impronta grillina nel netto superamento della “Buona scuola” renziana, affrontando il problema dell’edilizia scolastica, delle graduatorie, delle assunzioni dei docenti precari (evitando i cosiddetti «
presidi sceriffo») e chiudendo quel capitolo orrendo che è l’alternanza scuola-lavoro. Sempre grillino è il reddito di cittadinanza, con la proposta di un assegno mensile di circa 780 euro per persona singola, valido fino a quando non vengono rifiutate tre proposte dai centri dell’impiego (anche questi rafforzati con ulteriori finanziamenti).
Il progetto della «pace» fiscale, leggasi condono, è chiaramente di destra e vien da pensare provenga proprio dalla Lega. Un altro condono, non farebbe altro che schierare questo nuovo governo, come sempre, con i furbi che non pagano le tasse.
Caposaldo della Lega in campagna elettorale, e inserito nel programma di governo, è la Flat tax, altra misura chiaramente di destra e che certo non favorisce gli elettori di Lega e M5S.
Il tema immigrazione, prioritario per la Lega, sembra essere basato sulle espulsioni, senza chiarire alcun tipo di modalità. È previsto, inoltre, il superamento del regolamento di Dublino con il conseguente ricollocamento dei richiedenti asilo tra gli stati membri dell’Unione Europea.
Richiesta chiaramente salviniana è anche quella di ritirare le sanzioni imposte alla Russia, pur confermando la priorità dell’Italia di rimanere nella NATO.
In comune a Lega e M5S sembra esserci la dura lotta alla corruzione, con in previsione un aumento delle pene e DASPO per corrotti e corruttori.
Molto vaga, se non del tutto assente, la questione della lotta alla mafia.
La materia difesa è anche questa molto generica, infatti si prevede una non specifica rivalutazione delle missioni internazionali che vedono coinvolto il nostro esercito.
A fronte di questo programma, molto bello e molto drammatico allo stesso tempo, mancano le coperture. Dettaglio non certo ininfluente.
Detto questo, passo ancora più importante sarà quello di oggi, quando Di Maio e Salvini ci sveleranno il candidato premier e, verosimilmente, la lista dei ministri. Questo sarà il primo passo per vedere quanta voglia di reale cambiamento ci sia, all’interno del palazzo, da parte dei due leader non certo amati dall’Europa.