G7: l’asse Washington-Roma per arginare l’egemonia tedesca in UE

Quella del G7 in Canada è stata la prima occasione di confronto internazionale per il nuovo governo italiano e, più specificatamente, per il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Egli si è confrontato sui temi d’interesse globale coi maggiori leader dei paesi alleati, specificando il fine, ed era da tanto che non si sentiva un esordio del genere, con un: «Sono qui per rappresentare e difendere gli interessi degli italiani». Tale dichiarazione era imprescindibile, per un governo che si è posto come compito fondamentale quello di riportare l’Italia centrale nelle decisioni che contano.

Nei dialoghi che si sono susseguiti in tale contesto, è emerso fortemente ciò che avevamo in realtà già potuto osservare unendo alcuni puntini: una netta vicinanza tra il nuovo governo italiano e gli Stati Uniti di Donald Trump.

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Il primo punto di netta congiunzione è emerso nel pieno appoggio di Conte all’invito al rientro della Russia nel contesto del G7, in completa opposizione rispetto ai restanti partner, a differenza, guarda un po’, del nuovo arrivato, Giuseppe Conte. Egli si è affrettato ad appoggiare la posizione dichiarata di Trump, che si collegava benissimo con il discorso espresso al Senato durante il discorso programmatico per la fiducia. Tale posizione, vede l’Italia alleata fortemente con gli USA, ma disponibili a un dialogo proficuo con la Russia di Putin, fino ad arrivare a una valutazione di veto sul rinnovo alle sanzioni alla Russia, in ambito UE.

 

Tale congiunzione d’interessi emersa tra USA e il nuovo governo Conte, si lega fortemente all’egemonia tedesca nel contesto dell’Unione Europea. Partendo da una posizione di enorme vantaggio a livello d’esportazione, data da una moneta svalutata rispetto all’equilibrio che avrebbe il Marco tedesco, la Germania ha creato nel tempo un enorme surplus commerciale, che va si scontra con la posizione di forte deficit commerciale americano, da sempre soggetto compratore d’ultima istanza del mondo. Il disavanzo commerciale americano viaggia sui 566 miliardi di Dollari, in special modo dovuti ad acquisti di beni e servizi provenienti dall’UE. Una potenza come la Germania, che pratica svalutazione salariale e punta sul mercantilismo, costringe i competitor interni a seguirla in questo gioco atroce e, conseguentemente, ha portato in depressione tutto il contesto Europeo. L’UE, in ottica americana, dovrebbe fungere da supporto alla crescita mondiale, e comprendiamo come tale asimmetria non possa durare ancora a lungo. Da qui, il forte appoggio di Trump all’Italia, come supporto in funzione anti-tedesca.

Un’Italia più forte a livello europeo, in questo momento storico politico, è una carta utile anche agli Stati Uniti e questo va indubbiamente sfruttato per crearsi uno spazio nuovo, uscendo dalla timidezza che ci ha contraddistinto, purtroppo, in questi anni. Le posizioni di Conte e Trump si sono ben sposate sul ruolo della NATO, oltre al tema Russia, e non sono certamente sfuggiti i complimenti che i due leader si sono ripetutamente scambiati in questi giorni.

Trump: «Ho appena incontrato il nuovo premier italiano Giuseppe Conte, una gran brava persona, lo accoglierò a Washington a breve. Farà un gran lavoro, gli italiani hanno fatto bene!».

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L’augurio è quello che il Governo sappia gestire bene questa situazione d’equilibrio tra USA e Russia, in un momento dove le altre forze antagoniste a livello Europeo (vedi alla voce Francia e Germania), sono uscite dal contesto del G7 in una condizione di aperto scontro con il Presidente americano, tanto da disegnare un G7 senza USA i primi, e dichiarare una distruzione della fiducia e di necessità d’unione da parte dell’Europa, i secondi.

I politici italiani eurofederalisti, chiaramente, seguono il flusso franco-tedesco, ma l’Italia deve seguire questa nuova direzione, l’unica a poter porre basi solide per una rinascita.