Riscaldamento globale, tra allarmi e soluzioni

Dodici anni fa il vicepresidente degli USA, Al Gore, spiegava come il riscaldamento globale fosse una verità. Non una verità qualsiasi, ma una scomoda verità. Tale era, infatti,  il titolo del documentario – «An Inconvenient Truth» in lingua originale – in cui si spiegava cosa sarebbe successo all’aumentare della temperatura media terrestre.  Si partiva con l’aumento di 1 grado e si arrivava fino agli apocalittici 6 gradi di differenza. Era scomodo da sapere perché nessuno avrebbe potuto esimersi dalla responsabilità di fare qualcosa. Non dopo aver visto e capito come funzioni il nostro pianeta e quanto la razza umana lo stia mettendo in pericolo.

All’epoca, però, qualcuno avrebbe potuto azzardare l’ipotesi che tutto ciò facesse parte della campagna del politico e quindi realizzato in modo accattivante per accaparrarsi qualche voto in più. Il finale con gli orsi polari che non trovano più dove approdare e nuotano fino allo sfinimento è in effetti toccante e angosciante.
Eppure, dodici anni dopo siamo ancora qui e sembra che il concetto non sia ancora scolpito nelle menti di tutti. Il noto climatologo Luca Mercalli riprende, allora, ancora una volta, il tema e cerca di spiegare che la temperatura della Terra si potrebbe comparare a quella umana. C’è una certa differenza tra l’avere 37° e l’averne 38,5°! Così come si possono notare alcune differenze e problematiche sorte al già avvenuto innalzamento di 1 grado e mezzo sulla temperatura terrestre. Bombe d’acqua, trombe d’aria e la nuova frequenza dei disastri naturali anche in zone dove prima erano praticamente sconosciuti rientrano, ormai senza alcun dubbio, negli effetti del riscaldamento globale.

Il titolo del nuovo libro pubblicato proprio da Mercalli, è allarmante: «Non c’è più tempo», ci dice l’autore, creando un gioco di parole tra il tempo atmosferico e quello cronologico, che forse non sono mai stati tanto legati. Fortunatamente non si limita affatto a dare l’allarme e creare ansia nei suoi lettori. Fornisce anche pratici spunti di riflessione e possibilità di reazione, rendendoci però partecipi del fatto che siamo già in ritardo e che servirà un grosso sforzo. Propone, per esempio, non solo di spostarci usando mezzi pubblici o organizzandoci per andare in più persone con la stessa auto privata, ma anche di capire perché abbiamo tanto bisogno di spostarci e se davvero sia sempre essenziale.

Oltre alla consigliata lettura di questo libro, magari comprandone una copia e poi prestandola a più persone, vanno aggiunte una notizia e una proposta. Esiste innanzitutto una campagna di vendita di braccialetti riciclati attuata dal team di 4Ocean (per l’oceano), start-up che in questo modo ha rimosso 350 kg di plastica dalle acque internazionali, in meno di 2 anni. Quanto alla proposta, viene da chiedersi poi, se non sia utile creare una materia scolastica nuova, magari chiamata rispetto per la Terra, che renda consci che il problema riguarda tutti direttamente e che insegni le possibili soluzioni pratiche, come l’effettuare correttamente la raccolta differenziata.
Le iniziative sono tante, il passaparola è utile se non fondamentale, ma il grande passo sta nel trasformare la scomoda verità in un’opportunità per imparare ad amare il pianeta che ci ospita e che chiede, ormai urlando, di poter continuare a funzionare.