Caos rifiuti a Roma: che cosa sta succedendo?

Nei giorni in cui Marcello De Vito, Presidente dell’Assemblea Capitolina, esce dal carcere per proseguire gli arresti al proprio domicilio, per le presunte mazzette sul nuovo Stadio della AS Roma, entriamo nel picco delle polemiche che, ogni anno, accompagnano l’estate romana. Il Sindaco Virginia Raggi e il Governatore del Lazio (nonché Segretario PD) Nicola Zingaretti continuano a rimpallarsi le responsabilità nella gestione rifiuti.

Roma è ormai al collasso. Dal 2012, anno di chiusura dell’impianto di discarica di Malagrotta, per cui l’Italia pagava fior di multe all’Unione Europea per la mancata messa a norma dell’impianto, non è stato messo in piedi nessun piano regionale di gestione dei rifiuti. Quindi, fra richieste di creazione del piano da parte dei sindaci e le domande per individuare le aree da parte della Regione, tutto è rimasto completamente immutato.

La difficoltà di questi mesi è dovuta principalmente agli incendi che a dicembre e marzo hanno coinvolto gli impianti di smaltimento, prima quello sulla Salaria e poi quello situato a Rocca Cencia. Per il primo, che ha comportato danni ingenti, c’è un processo della Magistratura per incendio doloso. Zingaretti, per contrastare l’emergenza, ha emesso un’ordinanza con cui gli impianti di smaltimento, anche quelli non di proprietà di Ama, che è l’azienda comunale, devono obbligatoriamente essere aperti anche nel weekend, per ricevere rifiuti; l’obiettivo sarebbe risolvere l’emergenza in 7 giorni.

Ora è evidente che con queste misure spot non si risolve assolutamente il problema. Sono gli stessi direttori degli impianti che ritengono la regione responsabile dei piani rifiuti, anche perché attualmente l’emergenza riguarda principalmente Roma in quanto grande città, ma il fatto che l’emergenza si espanda a tutti gli altri comuni non è da escludere. Gli stessi gestori lamentano poi l’impossibilità di conferire i rifiuti nell’inceneritore nel weekend, ritirando la disponibilità a riceverne presso i loro impianti di raccolta e/o di smistamento.

Oltre ai problemi di macro gestione ce ne sono anche altri minori, che però contribuiscono al caos. Dal Rapporto Mafie nel Lazio 2018, uscito il 5 luglio, che registra le organizzazioni malavitose operanti sul territorio, emerge che solo a Roma sono attivi 103 clan e, per quello che sappiamo, il business dei rifiuti fa particolarmente gola ai delinquenti di tutta Italia. Per questo è ormai pratica giornaliera che la Raggi informi i cittadini, con un video pubblicato su facebook, degli incendi sviluppatisi la notte precedente.

Quello che manca è un progetto nel lungo termine: è chiaro che qualunque cittadino sarebbe contrario alla costruzione di impianti vicino casa propria, ma qualche soluzione bisogna trovarla. Di questo non è stato capace Zingaretti, che è stato Presidente della Provincia di Roma e da Governatore ha visto passare tre sindaci, né tantomeno la Raggi, che ha meno responsabilità in materia, ma non riesce a influire nelle decisioni. Il fatto di aver cambiato due assessori all’ambiente, con annesse polemiche, non aiuta ad avere una visione a lungo termine. Non resta che sperare che si mettano una mano sul cuore, lasciando da parte le competizioni elettorali e cercando di risolvere il problema, coinvolgendo maggiormente di quanto già fatto anche il Ministro Costa per trovare una soluzione condivisa e lungimirante: stiamo pur sempre parlando della Città Eterna.