Parla Marco Mori: «Perché hanno oscurato i social di CasaPound»

Nella giornata di ieri, 9 settembre, sono svaniti da Facebook gli account riconducibili a CasaPound, prima fra tutti la pagina, molto seguita, del segretario Simone Di Stefano. Per capirne di più, abbiamo raggiunto telefonicamente l’Avvocato Marco Mori, candidato con Cpi alle Politiche 2018 e alle Europee del maggio scorso. 

Come si spiega questo oscuramento? Ve l’hanno comunicato?

L’oscuramento in questo momento mi ha sorpreso a dire il vero, visto che comunque CasaPound aveva fatto un passo indietro dal punto di vista politico. C’è da dire anche che di recente avevo notato una normalizzazione degli algoritmi che il network usa per la diffusione dei post. Rispetto alla campagna elettorale, dove erano fortemente restrittivi, così rendendo inutile l’utilizzo del social, ora si riusciva nuovamente a raggiungere molte persone. Forse per questo si è deciso di tagliare la testa a chi ancora si opponeva al disegno di arrivare all’unione politica in Europa. Cpi anche come mera associazione culturale evidentemente è stata vista come una minaccia concreta. Peraltro il ban è stato esteso anche a chi non è formalmente militante di Cpi, come, ad esempio, il sottoscritto. Quindi, ciò che si voleva censurare, ad ulteriore conferma, era specificatamente il dissenso (vero) all’Ue.
No, nessuna comunicazione, solo il generico riferimento a contenuti vietati con relativo elenco standard che comprende tutto.

È un caso che sia avvenuto proprio con l’avvento di un governo fortemente legato al sistema?

Non credo a collegamenti con il nuovo governo che, come noto, dentro il vincolo esterno Europeo non conta nulla. Il programma del Conte bis è peraltro lo stesso del primo Conte, si prosegue la marcia verso gli Stati Uniti d’Europa e la completa dissoluzione della nostra Repubblica.

Sicuramente, essendo davanti all’ultima fase di questo processo eversivo, la dittatura inizia a manifestarsi con tutta la sua forza. E purtroppo andrà peggio, nei prossimi anni chi ha dimostrato una forte avversità all’UE rischierà il carcere se non addirittura la vita. Ne sono convinto e consapevole. Era normale che si arrivasse a questo.

Come intendete muovervi per riappropriarvi dei vostri account?

Non si può fare nulla. Facebook è una piattaforma privata. È uno dei più palpabili esempi di un potere economico privato, che data la grande diffusione raggiunta, si trasforma in un potere politico conclamato. L’informazione dovrebbe essere esclusivamente sotto il controllo pubblico e obbligatoriamente pluralista, abbiamo perso di vista l’ovvio. Ad oggi è salva la mia pagina avv. Marco Mori però, visto che non era amministrata da me. Vedremo se sparirà pure quella.

Che cosa risponde a chi afferma che un fascista non può lamentarsi della censura?

Ovviamente essendo io un difensore della Costituzione primigenia del 1948, non posso essere collocato nell’ambito dell’ideologia fascista di cui, in tutta onestà, non mi importa assolutamente nulla. La mia candidatura con Cpi era legata al programma, che era il più vicino alla piena attuazione della Costituzione presente nell’offerta politica elettorale. La scelta per me poteva essere solo tra Cpi e i Comunisti di Rizzo. Ma tra i due programmi quello, appunto, più vicino alla Costituzione era il primo, visto che Rizzo persiste nell’idea, che nei fatti mi pare eversiva (al di là della stima che nutro per la persona), di arrivare alla dittatura del proletariato.

Tornando all’ideologia, però, va affermato con forza che CasaPound ha il sacrosanto diritto di richiamarsi al Fascismo. Idea legittima. Ciò che la legge vieta è l’uso di metodi politici violenti o la presenza di intenti eversivi che Cpi non ha, anzi, è la sola forza, ormai ex politica, autenticamente democratica veramente rispettosa del pensiero altrui, esistente nel Paese. Oggi i metodi del fascismo storico, quelli appunto che la legge vieta, sono adottati unicamente dagli antifascisti e ovviamente dai liberisti, ovvero dei sostenitori del Dio mercato. Non di rado le due categorie, guarda caso, coincidono.