I pericoli di un giornalismo schierato

Che cosa succede quando un giornalista si schiera contro un partito politico del paese?

È da alcuni mesi, praticamente dall’inizio della pandemia, che diversi giornalisti, se non interi gruppi editoriali, si sono schierati apertamente dalla parte politica della maggioranza o dell’opposizione in base alle diverse iniziative e leggi portate a termine.

Se la nostra Costituzione giustamente permette ai vari giornalisti di poter esprimere il proprio voto in modo «personale ed uguale, libero e segreto», allo stesso tempo è possibile notare giornalisti esprimersi nei confronti di determinate forze politiche sicuramente in modo «personale, libero ed eguale», ma non in modo «segreto». Il giornalista dovrebbe compiere un’informazione corretta che porta il lettore a capire gli eventi che stanno accadendo nel suo piccolo paese fino ad arrivare alle notizie nazionali, ma allo stesso tempo indicare quando viene compiuta disinformazione da parte di un personaggio noto. Questo non andando oltre le sue competenze, ossia non denigrando colui che ha fatto disinformazione, poiché dovrebbe essere il lettore ad esprimere un suo pensiero positivo o negativo su quel determinato personaggio noto.

Purtroppo non accade questo tra alcuni giornalisti italiani e ne riportiamo qui degli esempi. 

Alessandro Sallusti: «Ma tornando all’inizio di questa not a(ovvero alla vicenda del Ponte di Genova, ndr) il mio pensiero solidale non può che andare al nostro idolo Danilo Toninelli, detto Tontolone, che dopo aver perso la poltrona di Ministro per il ponte di Genova, ora deve pure ingoiare la riconsegna ai Benetton del medesimo manufatto». (2 agosto 2020)

Nicola Porro: «Funziona così su #Fontana, si continua a fare il linciaggio mediatico con il solito Corriere della Sera in prima fila, con qualche spruzzo anche a #Gallera che per Il Fatto non può neanche farsi una foto in barca e non stiamo parlando delle Maldive. E dall’altra parte invece se ci si azzarda a scrivere di #Casalino si diventa degli infamoni. La più ridicola e incredibile è Flavia Perina quella che difendeva Fini come se non ci fosse un domani e che attaccava il giornale che indagava sulla casa di Montecarlo, ebbene la stessa Perina parla riguardo a fontana di un incrocio tra ruolo politico e relazioni familiari, lo stesso che lei non vedeva con la Tulliani. Questi hanno veramente la faccia come il c. come dicono a Roma». (27 luglio 2020)

Andrea Scanzi: «Ho paura che Salvini sia proprio andato via di testa. Le sbaglia tutte, la spara sempre più grossa, è oltre ogni scelleratezza politica. Por’omo». (24 luglio 2020)

È possibile notare quindi alcuni giornalisti che si espongono, non di poco, a favore o contro il Governo in determinate situazioni politiche. Perciò, per loro, delegittimare il politico di turno diventa una verità da raccontare come se fosse un fatto di cronaca; ma se quel politico di turno, in una determinata situazione politica importante per il Paese, dicesse la verità, il giornalista che fino a poco prima lo definiva «Por’omo» o «faccia come il c.» si rimangerebbe l’opinione personale e racconterebbe il fatto in modo oggettivo?