La rotta liberticida del green pass

È passato un giorno dall’entrata in vigore del green pass obbligatorio per le attività al chiuso, che da settembre sarà necessario anche per la scuola, l’università e i trasporti a lunga percorrenza. Ormai da più di un anno a questa parte, con il pretesto di una pandemia certamente reale e con effetti anche gravi per alcune categorie, come anziani e persone aventi fino a tre patologie gravi, ininterrottamente è continuata una battaglia del Governo contro i cittadini, aumentando sempre più il tenore delle vessazioni sui dissidenti.

Il Governo, consapevole dei rischi di incostituzionalità che un obbligo vaccinale comporterebbe, considerando i dati ufficiali che evidenziano alcuni rischi per coloro che si vaccinano, ha optato per il green pass per costringere surrettiziamente all’inoculazione del siero dando la «possibilità» di fare il tampone per evitare la vaccinazione. Si tratta di una evidente condotta discriminatoria, se non addirittura violenta, volta a costringere i dissidenti che non possono permettersi il tampone ogni 48 ore a fare il vaccino. Siamo di fronte a un’escalation di misure liberticide che si sono trascinate e inasprite, volte a cercare di impedire qualsiasi tipo di dissenso. Da una parte, la massa acconsente paurosa e non condanna la follia incostituzionale, dall’altra un Governo privo di qualsiasi pudore costituzionale, oltre che di rispetto per il popolo, forte della paura diffusa, minaccia i propri cittadini di non consentire loro una vita normale se non si sottopongono a un vaccino che ha dimostrato, soprattutto per coloro che hanno meno di 50 anni, di avere più rischi che benefici.

Diventa quantomai evidente, se non bastassero le dichiarazioni di alcuni esponenti del Governo che candidamente ammettono ciò che era chiaro dal principio: il green pass non è altro che un mezzo per portare alla vaccinazione, attraverso la vessazione economica e sociale di coloro che non lo sono e non hanno nessuna intenzione di inocularsi il siero. Vengono così praticate discriminazioni inaccettabili, ancor di più alla luce dei precedenti che si sono verificati nel secolo scorso a danno di alcuni cittadini ritenuti di serie B, soltanto, in quel caso, in base a condizioni fisiche, personali, razziali e sociali.

Questa è l’opera di un esecutivo che dimostra codardia, poiché, non avendo il coraggio di imporre l’obbligo, intimidisce chi non rispetta il provvedimento prospettando persino la sospensione temporanea dal lavoro, senza stipendio. Occorre in questo caso resistere e ribellarsi contro questo Governo liberticida, facendo ricorso ogni qualvolta i nostri diritti fondamentali vengono intaccati da questo scempio giuridico, oltreché etico.