Virus Respiratorio Sinciziale: ciò che c’è da sapere

In Italia sta diventando sempre più diffusa un’epidemia di casi di bronchiolite, patologia respiratoria che colpisce bambini molto piccoli, con pochi mesi di vita. Molti sono venuti a conoscenza di questa malattia per il caso della piccola Vittoria, figlia di Fedez e Chiara Ferragni, che è stata ricoverata proprio per difficoltà respiratorie conseguenti alla bronchiolite. La bronchiolite è una patologia che è sempre stata endemica nella stagione autunnale e invernale (in particolare nei mesi di dicembre e gennaio) ed è causata da un particolare tipo di virus, il Virus Respiratorio Sinciziale. Quest’ultimo comporta, semplicemente, un banale raffreddore con tosse e febbre negli adulti e nei bambini dai 3 anni in su. Al contrario, nei neonati, a causa del sistema immunitario ancora immaturo e della scarsa maturazione polmonare, può portare a una sintomatologia anche molto importante, che a volte richiede il ricovero.

Nei bambini così piccoli, il virus non resta confinato a livello del naso o della gola (quindi nelle vie aeree superiori), bensì discende nella trachea, poi nei bronchi e infine arriva ai bronchioli, che si aprono negli alveoli polmonari dove avvengono gli scambi gassosi. A questo livello, il virus replica e causa infiammazione con la produzione di essudato e muco che tendono a ostruire i bronchioli stessi che collassano, essendo più soggetti a tale complicanza poiché di diametro molto inferiore rispetto ai bronchi. Di conseguenza, l’arrivo dell’aria agli alveoli viene ostacolato e il bambino fatica a respirare.

Solitamente, l’epidemia scoppia nei mesi centrali dell’inverno; quest’anno, invece, è arrivata con ben due mesi di anticipo. Il motivo principale, come ha dichiarato Fabio Midulla, presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri), potrebbe essere il fatto che per un anno e mezzo, grazie alle misure di prevenzione contro il Covid-19, il virus non ha sostanzialmente circolato nella popolazione e quindi l’immunità comunitaria è scesa. Successivamente, nell’ultimo periodo, con la ripresa di molte attività anche in asili e scuole elementari, il virus ha ripreso a circolare: è molto frequente, infatti, che neonati di pochi mesi di vita vengano contagiati da fratelli poco più grandi che frequentano l’asilo.

Al momento, numerosi ospedali, per esempio a Padova e al Policlinico Umberto I di Roma, hanno subito un forte aumento dei ricoveri e perfino delle terapie intensive occupate. L’unico approccio terapeutico è infatti la somministrazione di ossigeno per aiutare gli scambi gassosi e un trattamento con aerosol ipertonico mirato a facilitare la mobilizzazione del catarro, in attesa che il sistema immunitario del neonato sconfigga l’infezione.

Esistono delle terapie preventive sotto forma di anticorpi monoclonali contro il Virus Respiratorio Sinciziale, che sono però riservate ai bambini prematuri, sottopeso o con comorbidità che li rendono particolarmente fragili. Si può comunque arginare la diffusione del virus evitando di mandare all’asilo o a scuola bambini malati o non completamente guariti e osservando le norme igieniche anticontagio ormai note a tutti.