Beni culturali: i Carabinieri recuperano opere per 7 milioni di euro

Le indagini dei Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e Roma si sono protratte per oltre un anno, coordinate dalle procure di Isernia e Velletri. Lo scopo era il recupero di opere d’arte rubate in ben 24 furti in luoghi di culto e istituti religiosi di Centro e Sud Italia. I beni recuperati sono più di 100 e hanno un valore che si aggira sui 7 milioni di euro; inoltre, l’operazione – denominata «Start up» – ha portato alla denuncia di venti persone per ricettazione, furto aggravato e reati connessi.
Tra i tesori trafugati figurano pissidi, ostensori, calici, angioletti e statue di santi. Si tratta di oggetti modesti ma di grande valore economico e, soprattutto, identitario che faranno presto ritorno nelle rispettive piccole chiesette di campagna, per la gioia degli abitanti. Al lontano 1997 risale il furto che privò la chiesa di Santa Marta dell’Arciconfraternita di San Vitale a Napoli dell’importante gruppo scultoreo in marmo raffigurante la Madonna col Bambino degli inizi del XVI secolo. Entrambe le figure sono purtroppo state rinvenute prive della corona e sbiancate, forse in preparazione di una possibile vendita.
Più recente (2015), invece, il saccheggio delle settecentesche statue lignee di San Biagio e San Nicola di Bari, che verranno restituite alla chiesa della Madonna degli Angeli di Barrea. Inoltre, quindici dipinti a olio su tavola raffiguranti i Misteri del Rosario torneranno a Cassano Irpino nella chiesa di San Bartolomeo. Senza dubbio, però, l’opera più importante è il dipinto a olio su tavola datato 1520 che raffigura la XII stazione della Via Crucis, rubato nel 1980 nella Collegiata «Sainte Waudru» di Mons in Belgio: un recupero inatteso, proprio perché trattasi di un bene «oltreconfine». Molte di queste opere sopracitate sono state rinvenute a Ciampino, nella dimora di un medico, che si suppone sia un collezionista compulsivo e senza scrupoli.
L’indagine era iniziata a luglio 2016, in seguito a una serie di furti che avevano colpito chiese e istituti religiosi tra le provincie di Avellino, Caserta, Salerno e Isernia. Questi reati, inoltre, erano stati compiuti tutti con la stessa tecnica: di giorno, approfittando dell’apertura e della mancanza di controlli. Il nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri ha accertato l’esistenza di un’organizzazione criminale con base Napoli, ma in grado di gestire furti d’arte a livello nazionale e internazionale. Tuttavia l’indagine non è ancora del tutto conclusa: ora si cerca di ricostruire i flussi finanziari e di giungere ai vertici dell’organizzazione.