Caro Napolitano, buon 2015 con Clio

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Carissimo Presidente Giorgio Napolitano,
domani si concluderà il suo nono anno di mandato e lei, almeno da quello che si può dedurre, è prossimo ad andare in pensione dopo oltre 65 anni di vita politica. Con questa lettera, che lei probabilmente non leggerà mai, vorremmo elencare alcune cose di cui, speriamo, parlerà nel suo tradizionale discorso di fine anno. Non siamo così ottimisti ma facciamo finta.

  1. Trattativa Stato-Mafia: Ci sembra d’obbligo, pochi mesi dopo la sua testimonianza – molto rilevante per altro – in tribunale, che lei auspichi pubblicamente che vengano puniti con severità i responsabili di questa porcheria all’italiana. Ci sembra altrettanto naturale esprimere la propria solidarietà verso il giudice Nino Di Matteo, che sta rischiando la propria vita per indagare sulla mafia senza ricevere nemmeno una parola dalle istituzioni.

  2. Articolo 18: Faccia presente al Fiorentino Rampante Renzi che l’articolo 18 non è una cosa da vecchi comunisti (lei lo era no?) ma da paese civile, esorti gli italiani a informarsi sulle porcherie che sta facendo il governo, come per esempio andare avanti ad oltranza tutta una notte per far passare le migliaia di emendamenti del Jobs Act.

  3. Riforma elettorale e nuovo Senato: per adesso, anche grazie alle tantissime firme raccolte durante l’estate dal Fatto Quotidiano, queste due riforme letali per la nostra democrazia sono arenate. Ma è giusto che lei, in quanto Capo dello Stato super partes, si esprima in maniera netta sugli effetti devastanti e autoritaristici di quest’accoppiata letale.

  4. Stefano Cucchi: Si esprima sulla clamorosa sentenza di assoluzione nei confronti dei «presunti» assassini di Stefano Cucchi, faccia sentire a tutti gli italiani che lo Stato è dalla parte della sorella Ilaria e di tutti coloro che vogliono giustizia.

  5. Eternit: Il 2014 è stato l’anno delle sentenze-vergogna: dopo Stefano Cucchi è il caso dell’Eternit: migliaia di vittime passate e altrettante future per una delle pagine più nere della storia del nostro paese, almeno dal punto di vista ambientale. Un processo che non avrebbe dovuto nemmeno iniziare perché già prescritto è stato dichiarato tale solo in Cassazione. La vergogna è che la fine del reato, secondo la legge, coincide con la chiusura della fabbrica, mentre a Casale Monferrato (e non solo) stanno continuando a morire decine di cittadini di mesotelioma.

  6. Ilaria Alpi: il 20 marzo del 2014 erano vent’anni dalla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Mogadiscio. La giornalista e l’operatore stavano indagando su uno schifoso accordo fra Italia e Somalia in cui quest’ultima si prendeva i rifiuti tossici in cambio di armi per la guerra civile. Le calunnie sul perché Ilaria e Miran erano lì sono state tantissime in questi 20 anni, memorabile Maurizio Gasparri che in parlamento inventò una nuova legge della balistica per spiegare come un proiettile «vagante» abbia potuto colpire i due giornalisti che non erano certo sulla stessa traiettoria.

Questa è una lista di cose di cui, secondo noi, lei dovrebbe parlare molto a lungo durante il suo discorso di fine anno. Lo farà? Noi non ne siamo convinti.
Le facciamo gli auguri di un felice 2015 passato quasi tutto a casa con la sua Clio.

Tito G. Borsa