Da destra a sinistra, il tema caldo è l’Europa

Se ci si sofferma a pensare a qual è l’argomento centrale di questa campagna elettorale che ci condurrà alle elezioni di domenica 4 marzo, verrà in mente l’antagonismo tra neofascisti e antifascisti dovuto ai recenti fatti che vedono la prepotenza ignorante e retrograda dei nostalgici del Regime essere esercitata contro i più deboli e inermi. Se invece si prendono in considerazione i punti dei programmi presentati dalle varie liste, il tema che risulterà preponderante sarà l’Europa, declinato in vari gradi di apprezzamento o, al contrario, di avversione nei confronti di Unione Europea e moneta unica.
Ci soffermeremo brevemente sulle fazioni che strizzano l’occhio alle istituzioni europee. Infatti si tratta di discorrere di idee già facenti parte dell’attuale ordine delle cose, dello status quo in cui viviamo, con una Ue sovrastante gli ordinamenti statali dei suoi membri. Nonostante questo ruolo dominante sia già pienamente operativo, c’è chi auspica un suo ulteriore rafforzamento: stiamo parlando della lista «+ Europa» capitanata da Emma Bonino e facente parte della coalizione che supporta il Partito Democratico. L’ex Radicale, vicina al burattinaio di governi George Soros, si spende per il consolidamento della UE e si fa portavoce dei suoi diktat, proponendo il congelamento della spesa pubblica per non incrementare il debito pubblico: come uccidere lo stato sociale (no, non la band che partecipa a Sanremo).
Sorvolando dunque su tutti i partiti come, appunto,  il Pd,  Forza Italia, Liberi e Uguali, ecc. che intendono mantenere immutato il nostro rapporto con l’Unione, andiamo ad analizzare le posizioni di chi vorrebbe riformare più o meno drasticamente questa condizione.
Iniziamo da quella che è una contraddizione interna alla coalizione di centro-destra, ossia la Lega Nord: infatti, mentre Fi si dichiara convintamente europeista, il gruppo di Matteo Salvini si pone in prima linea tra gli oppositori di Bruxelles e dell’Euro (sarà per questo che in europarlamento lo si incontra di rado). Il candidato premier ha affermato a riguardo: «Sull’uscita dalla moneta unica non abbiamo la bacchetta magica, non c’è niente di semplice. Quello che è certo è che con l’Euro andiamo a fondo. L’alternativa possibile è un’Europa con due monete, attraverso una uscita concordata con Francia, Spagna, Grecia, i paesi più massacrati dai tedeschi. Lo dicono anche sei premi Nobel, basta cercare su Google Nobel, Euro». Per battersi efficacemente, i leghisti hanno messo a punto due candidature eccellenti, quelle degli economisti Claudio Borghi e Alberto Bagnai.
Proseguendo verso l’estrema destra, ci imbattiamo nella formazione d’ispirazione fascista CasaPound Italia, capeggiata da Simone Di Stefano. Per quelli di Cpi, estromettersi dal sistema Euro rappresenta la priorità: «Il primo punto del nostro programma resta l’uscita dall’Euro e il ritorno a una moneta sovrana; la sovranità di bilancio cosicché lo stato possa fare investimenti in deficit produttivi; rimettere la nostra banca centrale sotto il controllo del ministero delle Finanze e farle stampare moneta che ci renderà liberi dalla schiavitù». Insomma, oltre alle piazzate razziste, forse c’è di più.
Ci spostiamo sul versante di sinistra, che troviamo più morbido nei confronti delle istituzioni europee, seppur critico. Nel programma di Potere al Popolo di Viola Carofalo, il tema è inserito già al secondo punto. Da una parte, si denuncia il negativo andamento odierno: «L’Unione Europea è uno strumento delle classi dominanti che favorisce l’applicazione delle famigerate e impopolari “riforme strutturali” senza nessuna verifica democratica». Dall’altra, si promuove la nascita di un nuovo progetto: «Noi ci sentiamo naturalmente vicini ai tanti popoli che vivono nel nostro stesso continente, con i quali la nostra storia si è intrecciata e si intreccia tuttora e che soffrono come noi a causa di decenni di politiche neoliberiste; insieme a tutti costoro vogliamo ricostruire il protagonismo delle classi popolari nello spazio europeo».
Per completare il quadro, presentiamo le proposte in merito del Movimento 5 stelle. Accantonato il passato sulle barricate, quello della raccolta firme pro referendum consultivo sull’uscita dall’Euro, ora i pentastellati risultano più tiepidi: «Come ultimo tentativo di salvataggio della zona Euro, il Movimento 5 Stelle si farà promotore di un’alleanza con i Paesi dell’Europa del sud per superare definitivamente le politiche di austerità e rigore, facendo fronte comune per ottenere una profonda riforma anche dell’Unione Europea».