Dove il M5S dovrebbe correggersi

Il Movimento Cinque Stelle sta attraversando un periodo particolare: dai media partono molte accuse di diversi tipi, tra cui quella di una presunta subordinazione ai leader leghisti. A questo si è posto rimedio portando avanti alcuni cavalli di battaglia (taglio agli sprechi e vitalizi), ma ci sono alcuni passaggi da cui i ministri pentastellati possono trarre insegnamento.

Il decreto dignità, portato avanti dal Ministro del Lavoro, è sicuramente un passo avanti per i lavoratori. Per non penalizzare nessuno, però, era forse più opportuno aspettare un po’. Gli imprenditori del Nord, del Veneto in particolare, si sono rivoltati e ci sono già notizie fondate sui primi licenziamenti. Certo ci si chiede dove fossero i giornalisti prima di oggi, quando i licenziamenti indiscriminati c’erano comunque anche se al terzo anno di contratto; tuttavia, se le nuove norme che ridanno finalmente diritti ai dipendenti fossero uscite in contemporanea con la detassazione che, pare, ci sarà il prossimo anno, sarebbe stato un segnale di apertura a tutte le parti sociali. Nonostante alcune usanze degli imprenditori italiani, che rimangono da condannare e da cambiare, con la tassazione più bassa anche i dipendenti avrebbero più sicurezze e meno pensieri.

Un altro tasto dolente e piuttosto ambiguo è la questione vaccini: la norma non è stata cancellata, ma è stata eliminata, o meglio rinviata, una sanzione sulle tre previste dalla Lorenzin, ovvero quella relativa all’obbligo di presentare i certificati di vaccinazione a scuola. Anche in questo caso una parte dell’opinione pubblica è insorta. Non stupisce la revisione della norma, che ci si poteva aspettare viste le precedenti critiche al dl Lorenzin da parte di entrambe le formazioni che sono ora insieme al governo, quanto la mancanza (a differenza del dl dignità) di proposte oltre all’eliminazione di ciò approvato dal Governo precedentemente. Sicuramente si può rimediare, il Ministro Grillo ha già chiamato nel suo staff medici di spessore che hanno proposte per aumentare la copertura vaccinale, senza obbligo, sul modello Veneto (che funzionava), ma anche in questo caso le due cose sarebbero potute andare di pari passo, senza avere fretta. D’altronde fin dall’inizio si è detto che all’Italia servono meno leggi ma fatte bene.

Un altro aspetto da migliorare è la comunicazione dei ministeri meno in vista: Bonafede (alla Giustizia) e Costa (all’Ambiente) stanno lavorando sottotraccia ma molto bene, però si dà poco risalto alle loro iniziative. Ora la prova sulla tenuta del Governo, che sembra in piena sintonia sulla Legge di Bilancio, è una: le grandi opere. Il contratto di Governo è piuttosto vago e, nonostante Di Maio si dica fiducioso di trovare un accordo con Salvini, le distanze al momento sono evidenti tra i componenti del Consiglio dei Ministri. Anche in questo caso il Movimento si gioca una buona fetta di credibilità, in particolare in Puglia dove alle elezione politiche, trainato dal No Tap, ha preso voti oltre le aspettative.