Il Passera solitario

«Papà di Sofia, Luigi, Luce e Giovanni. Marito di Giovanna. Amante dell’Italia». Questa la presentazione su Twitter di Corrado Passera, pezzo grosso di Olivetti e di mille altre società ma meglio noto per essere stato Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti del governo Monti. Il non compianto «tecnico» ora, a 60 anni, si lascia alle spalle la sua carriera di manager per gettarsi a tempo pieno in politica e, soprattutto, nel mondo della letteratura. È stata Rizzoli a pubblicare lo straordinario Io Siamo, insieme per costruire un’Italia migliore, l’opera è da considerarsi, al pari di quello di Marx ed Engels, un manifesto: l’autore infatti vi celebra «Italia Unica», il suo nuovo movimento politico la cui esistenza è nota solo ai familiari di Passera. Il Kevin Spacey de noartri, nel suo «open desk» (per i comuni mortali: il suo sito web), esalta se stesso in un tripudio di egocentrismo al cui confronto Renzi è un dilettante: il suo faccione è ovunque, immerso in un oceano di inutilità. «Se uno acquista velocità ma va nella direzione sbagliata, si prepara solo a sbattere con più forza contro il muro (parlando di Renzi, ndr)», «La sfida delle Olimpiadi 2024 va giocata con una programmazione seria e non come uno spot della politica per lanciare lontano i problemi», queste alcune delle perle di Corrado Passera che chiunque può trovare nel proprio sito. Quello che invece non tutti sanno è che il 31 gennaio è una data in cui tenersi liberi e festeggiare ogni anno: sarà il giorno in cui Italia Unica diventerà finalmente un partito e si lancerà ufficialmente alla conquista del mondo, ma che dico, dell’universo. Viene spontaneo chiedersi cosa sia saltato in testa a Corrado Passera: va bene tutto, ma si è visto che fine ha fatto Scelta Civica insieme al suo fondatore Mario Monti: non è che forse gli italiani vogliono gettare nell’oblio qualunque cosa abbia a che fare col tristemente famoso «governo tecnico»?
Inutile però cercare di ragionare con un uomo come Corrado Passera o con le sue cieche ambizioni: è come quel suo simile descritto da Leopardi:
Cantando va finché non muore il giorno.

Tito G. Borsa