Il ritratto: Sergio Giordani, il manager alla conquista di Padova

Sessantaquattro anni da compiere a maggio, è Sergio Giordani uno dei candidati a diventare nei prossimi mesi sindaco di Padova, dopo la sfiducia al leghista doc Massimo Bitonci e il commissariamento. Con la lista civica «Amo Padova», Giordani afferma di voler seguire l’esempio di Beppe Sala, ex manager e ora sindaco di centrosinistra a Milano. In effetti anche il candidato padovano alla politica ha sempre preferito l’azienda: all’inizio di febbraio si è dimesso da presidente dell’Interporto, ma questa è l’ultima sua esperienza dirigenziale.
Nel 1986 Giordani entra nel consiglio di amministrazione del Calcio Padova, ne diventa vicepresidente nel 1990 e presidente dal 1994 al 1996; dal 1997 al 2013 è stato membro di consiglio della Camera di Commercio di Padova, dal 1998 al 2000 presidente e amministratore delegato di Aeroporto Civile di Padova, dal 2002 al 2005 consigliere di Fiera di Padova Immobiliare Spa, dal 2005 al 2008 consigliere di PadovaFiere Spa, dal 2006 al 2009 consigliere di consorzio di Zona Industriale e Porto Fluviale di Padova, dal 2008 al 2013 presidente di Interporto Padova Spa, dal 2010 al 2013 presidente di Padova Container Service Srl, società controllata da Interporto Padova Spa.
Sotto la voce «esperienze imprenditoriali», nel suo curriculum figura il ruolo di amministratore e socio di diverse società legate ai negozi Despar, amministratore delegato di Padis Spa (marchio Despar), consigliere delegato di Aspiag Service (sempre gruppo Despar), amministratore e socio di società legate ai negozi Trops, società per azioni da lui cofondata di cui dal 1993 al 2013 è stato presidente e amministratore delegato.
Con un diploma di maturità di perito industriale, «discreta» capacità di lettura, di scrittura e di espressione orale, è Sergio Giordani il manager che vuole diventare sindaco di Padova. Lo slogan è «Il buonsenso finalmente»: «L
‘unico interesse del sindaco di Padova deve essere uno: Padova. C’è bisogno di prendere delle decisioni, e di prenderle con buonsenso. Finalmente». Non ho tessere di partito, non ho mai fatto attività politica né ho preso accordi con qualcuno e non voglio il cappello di nessuno. Sono semplicemente un candidato civico». Con queste premesse il futuro di Sergio Giordani, nel caso in cui venisse eletto a capo di Palazzo Moroni, sarebbe radioso, se non fosse per il fatto che un comune non è un’azienda e quindi, al di là delle proposte e delle promesse che il candidato potrà formulare (e che, immaginiamo, saranno lodevoli e numerose), il dubbio che sorge è se sia in grado di amministrare una città complessa e sfaccettata come Padova. Certo, Massimo Bitonci è un politico di esperienza e non ce l’ha fatta quindi la questione è marginale, ma fino a un certo punto. Non basta dire «Il sindaco padovano» per essere meglio del proprio predecessore, sceso da Cittadella.
Non abbiamo dubbi che Giordani abbia tutte le carte in regola per essere un bravo sindaco, ma avere Beppe Sala come esempio da imitare forse non è il migliore degli auspici.