La controversa legge polacca a sfavore dell’aborto

Il partito polacco  «Diritto e Giustizia» (PiS) costituisce un movimento di destra di ispirazione conservatrice molto influente in Polonia al quale aderiscono Andrzej Duda, presidente della Repubblica dal 2015 e Mateusz Morawiecki, Primo Ministro dal 2017.

Dalla fine di ottobre agli inizi di novembre il Paese è stato scosso da un clima teso e sofferto da gran parte della popolazione polacca, senza distinzione di sesso ed età, dopo che lo scorso 22 ottobre il PiS ha spinto la Corte Costituzionale ad approvare la nuova controversa legge sull’aborto la quale vieta l’interruzione di gravidanza in caso di malformazione del feto, motivo che rappresenta il 96% dei casi di aborto nel paese. In Polonia, la legge sull’aborto è sempre stata una delle più severe d’Europa e dopo l’approvazione di quest’ultima si potrà abortire solo in caso di stupro, incesto o minacce alla vita della madre.

A seguito di questo annuncio, centinaia di migliaia di persone, si sono riversate per le strade di tutta la Polonia in segno di protesta. A causa della mobilitazione di massa, la sentenza della Corte Costituzionale non è ancora entrata in vigore dato l’enorme impatto sociale che sta dimostrando giorno dopo giorno di aver sollecitato.
I manifestanti hanno ignorato le leggi anti-covid contro gli assembramenti e venerdì 30 ottobre le strade di Varsavia sono state occupate da più di 100.000 persone. L’evento è stato definito dal New York Times come «la più grande mobilitazione di massa dal Solidarity Movement, attivo in Polonia negli anni ’80 che poi portò al collasso del potere comunista» e ha rappresentato il culmine di una settimana costellata da proteste in tutto lo Stato.

Uno dei simboli più presenti negli slogan è un fulmine rosso, icona del Women’s strike originariamente creato dalla graphic designer Ola Jasionowska, la quale afferma che esso rappresenta un avvertimento: «Fate attenzione, state in guardia, non accetteremo che le donne siano private dei loro diritti fondamentali». Si è fatto notare che l’immagine ricorda le insegne usate dalla Germania nazista negli slogan di partito, ma i sostenitori della protesta smentiscono replicando che il logo del Women’s strike è diverso per stile, colore e forma dalle insegne delle SS e che pertanto non nasconde alcun riferimento politico al suo interno, se non un reclamo delle libertà di scelta individuali.

Il Governo polacco aveva già tentato più volte, nel 2016 e lo scorso aprile, di introdurre nuovi cambiamenti ulteriormente restrittivi e vincolanti al diritto all’aborto grazie al sostegno di diversi gruppi religiosi cattolici e dei vescovi vicini al PiS, ma in entrambi i casi aveva rinunciato dopo forti proteste.
Il partito «Diritto e Giustizia» è accusato dalla popolazione di minare la democrazia e le nuove libertà individuali raggiunte grazie alla fine degli anni del comunismo e all’entrata del paese nell’Unione Europea.

Non si dovrebbe nemmeno cercare di convertire le persone alla sacralità della scelta di ogni individuo poiché poter scegliere per il proprio corpo e per il proprio futuro dovrebbe essere un diritto fondamentale intrinseco e garantito dalle stesse politiche di governo oltreché dalla società.