Referendum: perché NO? Il ruolo del Governo

Perché non va bene?
L’articolo 72, modificato dalla riforma, rende più centrale il ruolo del Governo, che vede aumentato il proprio potere legislativo. L’esecutivo, come dice d’altra parte il nome, dovrebbe avere essenzialmente 4 compiti: 1. fare rispettare l’ordine e la legge attraverso la gestione delle forze di polizia e dei penitenziari; 2. condurre la politica estera delloschermata-2016-09-08-alle-18-47-31 Stato; 3. dirigere le forze militari; dirigere i servizi pubblici e la pubblica amministrazione. Solo eccezionalmente può promulgare leggi, attraverso decreti-legge (che comunque passano al vaglio delle camere) e decreti legislativi delegati, con cui agisce su incarico del parlamento.
Il Governo con la riforma potrà chiedere alla Camera che un suo disegno di legge, ritenuto essenziale per l’attuazione del suo programma, sia iscritto con priorità all’ordine del giorno e che sia votato entro 70 giorni. Va bene che da questo meccanismo sono escluse leggi particolarmente importanti (come le leggi elettorali, la ratifica di trattati internazionali, ecc.), però sembra davvero che il potere esecutivo sfoci in quello legislativo: d’altronde, come vedremo, con l’accoppiata riforma costituzionale-Italicum il governo – a meno dei consueti trasformismi – è legato a una precisa maggioranza alla Camera e quindi è difficile che tale maggioranza (che gli ha votato la fiducia) gli volti le spalle.
È ovvio, senza nemmeno essere troppo maliziosi, che il Governo non avrà più bisogno dei decreti-legge, ora che avrà in mano un’arma ancora più efficace e di sicura riuscita. Non sarà possibile, come è ovvio, dimostrare che un provvedimento non riguardi il programma dell’esecutivo, quindi quest’ultimo – al di là dei già menzionati limiti – potrà deliberare su qualunque cosa.
Si evidenzia così il ruolo del Governo come dominus della riforma, che diviene – almeno in parte – una sorta di organo direttivo del parlamento, in nome di quell’efficienza, di quella rapidità e di quella governabilità di cui Matteo Renzi e la sua cricca si sono fatti portavoce.  Efficienza e rapidità che, come abbiamo visto parlando dell’iter legislativo, avranno nei tantissimi procedimenti legislativi creati da questa riforma un nemico.
In barba alla separazione dei poteri e quindi alla democrazia moderna, qui si avrà un Governo estremamente potente e senza alcun contropotere a controllarlo: né il Presidente della Repubblica (come vedremo nel capitolo successivo), né il parlamento stesso, che invece è legato a doppio filo all’esecutivo.