Testimonianza dall’Irlanda: «Molte attività hanno chiuso volontariamente»

In questo articolo abbiamo intervistato Maria, un ragazza italiana di 25 anni che vive Kilworth, nel County Cork, in Irlanda.

Da quanto tempo sei nella Repubblica d’Irlanda e qual è il motivo per cui sei andata lì?

Sono arrivata in Irlanda per la prima volta a gennaio dell’anno scorso e ci sono rimasta fino a fine maggio, per poi tornare in Italia e nuovamente trasferirmi in Irlanda a fine agosto. Attualmente sto facendo un dottorato di ricerca in ambito della genetica delle bovine da latte ed ho un contratto di quattro anni.

Il virus ha contagiato gravemente molti paesi a livello mondiale, come Italia, Spagna, Cina Sud Corea, Iran. Come pensi che il Governo stia reagendo a questo nemico invisibile, sapendo che a livello internazionale ci sono stati circa un milione e duecento mila casi e più di cinquanta mila morti?

Il Governo sta lavorando bene ed ha agito preventivamente. Il virus ha cominciato a diffondersi tardi rispetto ad altri paesi, eppure appena ci sono stati i primi casi hanno chiuso subito tutto senza aspettare. Le scuole sono state chiuse direttamente fino a fine anno scolastico e tutte le persone che potevano lavorare da casa hanno fin da subito cominciato a farlo. Dalla settimana scorsa hanno ridotto la distanza di circolazione entro i 2 km dalla propria abitazione e solo per motivi essenziali (spesa, farmacia, ed anche esercizio fisico). Due cose sono da considerare. La prima è la geografia irlandese, difatti non ci sono città molto grandi, a parte alcune e le più estese non sono molto vicine tra di loro. La seconda è che molte attività hanno chiuso volontariamente, come ristoranti, barbieri, caffè, estetisti, anche se il Governo non ne aveva disposto la chiusura. Il primo pensiero dei titolari era rivolto alle famiglie, volevano evitare di incontrare persone, portare il virus a casa e contagiare le proprie famiglie.

Per ciò che riguarda le restrizioni, da quanto tempo sono presenti? Il Governo ha imposto delle sanzioni o si è affidato esclusivamente al buonsenso delle persone? Se sì, sono stati necessari più interventi da parte delle istituzioni, come in Italia, o la popolazione ha rispettato subito le norme?

Tra settimane fa hanno chiuso le scuole ed hanno consigliato di muoversi il meno possibile, ma non erano ancora restrizioni vere e proprie, infatti le persone continuavano a muoversi, soprattutto nel fine settimana. Vere restrizioni ci sono da Venerdì scorso, ma i controllo sono molto limitati e non ci sono multe… Le persone comunque rispettano molto queste indicazioni, anzi, volontariamente già dalle prime indicazioni la maggior parte delle persone avevano già cominciato a stare a casa e a non muoversi.

A livello sanitario com’è la situazione? C’è abbastanza materiale medico? Quanti casi positivi si sono verificati?

A livello sanitario ci sono quasi 5000 casi positivi e 150 morti. Il livello della sanità non è ovviamente ai livelli italiani, ma considerando i casi attuali il sistema sanitario riesce a coprire abbastanza. Per il materiale medico non è stato fornito nulla a livello pubblico, bisogna attrezzarsi autonomamente e le mascherine non si trovano in giro. All’ingresso dei supermercati ci sono i dispenser come l’amuchinae alle casse hanno le barriere di protezione

Ha dovuto il Governo predisporre la chiusura delle aziende per evitare il diffondersi del virus? Se si, il Governo sta aiutando le aziende e i lavoratori in difficoltà attraverso aiuti economici?

ll Governo ha chiuso tutte le aziende e le attività non necessarie. Non sono a conoscenza di aiuti per chi ha attività o aziende , ma per chi ha perso il lavoro a causa del virus lo Stato dà 150€ a testa a settimana e bisogna compilare un documento per poi inviarlo online.

In questo periodo puoi andare a lavoro? Se sì, hai bisogno di un’autocertificazione per uscire di casa, come avviene in Italia e Francia?

Io in questo momento non sto andando, sto lavorando da casa. Non ho bisogno di un’autocertificazione per muovermi per strada, ma necessiterei di una certificazione per entrare nel luogo dove lavoro. Ciò dipende dalle politiche del dipartimento in cui lavoro, non dalle leggi del Governo.