Amministrative: nodo candidature ancora da sciogliere per molti partiti

Le elezioni amministrative che dovevano svolgersi a giugno, rinviate causa Covid, si avvicinano a grandi passi. A posteriori, vista la situazione che si sta creando nella maggioranza delle grandi città che andranno al voto, viene da pensare che tutti i partiti siano stati favoriti da questo rinvio: le certezze sono poche e, al contrario, i litigi sono molti all’interno delle coalizioni, sia a destra che a sinistra.

Le uniche certezze arrivano dalle due principali città italiane, quindi da Roma e da Milano: i sindaci uscenti, Virginia Raggi e Giuseppe Sala, hanno annunciato la nuova candidatura con molto tempo di anticipo. Il primo cittadino lombardo ha alle spalle una coalizione piuttosto solida, rinforzata dalla sua lista personale e dai Verdi Europei; c’è invece più incertezza per l’attuale prima cittadina romana che, pur essendosi ritagliata dello spazio in questi cinque anni, è decisamente più dipendente dal partito di riferimento. Il Movimento 5 Stelle sta passando il momento più difficile della sua storia, con una lotta a veti incrociati tra i principali esponenti e, non ultimo, con i tribunali, che ne hanno stabilito il curatore speciale. A parti invertite le scelte sono comunque incerte, con i pentastellati che a Milano non hanno ancora annunciato un candidato e i dem che, a Roma, stanno tenendo le primarie in bilico, con la proposta di Gualtieri che sembra l’unica degna di essere considerata all’interno del partito.

Il centrodestra, invece, è ancora in alto mare in entrambe le città. Dopo aver passato molto tempo a riflettere sui candidati civici, attorno cui dovrebbero convergere le tre o quattro forze principali, sono state avanzate le richieste ad Albertini (per Milano) e Bertolaso (per Roma). Il primo, dopo qualche tentennamento, ha declinato l’offerta per motivazini familiari, mentre l’ex capo del Dipartimento della Protezione Civile sembra non volersi prendere gli impegni gravosi che richiede una città come la Capitale. Per Milano la scelta potrebbe cadere sul Rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta; Roma invece, dopo che la Meloni ha rifiutato le avances in attesa di ruoli di prestigio a livello nazionale, l’incertezza regna sovrana.

Guardando le altre città sembra che i partiti stiano perdendo credibilità, infatti la ricerca di candidati civici che vogliano mettersi in gioco sta facendo molti buchi nell’acqua. Basti pensare a Napoli, per cui ieri Manfredi, già Ministro per l’Università nel governo giallorosso, ha annunciato il rifiuto della richiesta congiunta arrivata da PD e Cinque Stelle, che gli avrebbero garantito un sostegno allargato. Nella città partenopea invece il centrodestra ha indicato Catello Maresca, magistrato, con una candidatura che, al momento, appare debole.

Un’altra partita importante si gioca a Torino: Chiara Appendino, soprattutto a causa delle vicende giudiziarie di Piazza San Carlo, ha rinunciato alla rielezione e l’unica cosa certa è che, anche nel capoluogo piemontese, l’esperimento di unire PD e cinque stelle è naufragato fin dall’inizio. A tre mesi dal voto, quindi, nessuno ha ancora indicato un candidato. Un cenno lo merita anche Bologna, dove in genere la destra non tocca palla, con l’outsider Isabella Conti, ora sindaca di San Lazzaro e vicina a Renzi, che si candida da indipendente e potrebbe insidiare il candidato PD, ancora da annunciare.

A Salvini, Conte, Meloni, Letta e Berlusconi non manca quindi il lavoro: a destra sembra talvolta difficile accordarsi su un nome, Conte è alle prese con le questioni interne e il PD potrebbe sbrogliare alcune situazioni solo grazie alle primarie, che si terranno a giugno.