#metoo: no, voi non siete come Asia Argento

Vi prego, non equiparatevi ad Asia Argento con il vostro #metoo . Sono certa che voi non avete ricavato nulla dalle molestie che avete subito, a parte ribrezzo, incubi e vergogna. Chi vi ha palpeggiate, messe in imbarazzo con avance oscene sul luogo di lavoro, fatte sentire sporche (quando lo sporco, invece, era lui) non vi ha offerto vantaggi e avanzamenti di carriera che voi, turandovi il naso, avete accolto.
Le molestie (che sono comunque una fattispecie distinta dalla violenza sessuale con cui spesso le si mescola) non costituiscono uno scambio o un compromesso schifoso di cui poi, se lo si è accettato, dopo vent’anni ci si pente. Le vere molestie sono un abuso di potere, di forza, una sopraffazione da cui non si è in grado di sottrarsi: la scelta non esiste.
È doveroso, dunque, distinguerle da un do ut des a sfondo sessuale. Infatti, per quanto raccapricciante comunque sia dover rinunciare ai propri sogni lavorativi perché colui che decide chi può prendere parte a un progetto televisivo o cinematografico è un omuncolo osceno che intraprende scelte in base a dove tira il pene, chi si presta a certi atteggiamenti equivoci per poter essere ingaggiata non può essere equiparata a una ragazza a cui viene toccato il fondoschiena in tram o a una bambina a cui vengono effettuati massaggi intimi da parte di uno zio sessualmente deviato.
Donne, vittime senza colpa né responsabilità, voi non siete Asia Argento. Vero, in ogni caso, se ella vive con dolore quei ricordi, merita sincera solidarietà, ma la vostra è un’altra storia. Voi siete le protagoniste di una storia che non ha avuto opzioni, né premi, né copertine di giornale come ricompensa. Voi non siete come Asia Argento.