Cara minoranza del Pd…

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Cara minoranza di «dissidenti» del Pd, proprio voi «insinuanti, astuti e tondi» (cit.), che fate voce di trombone di fronte ai giornalisti e poi vi trasformate in muti canarini quando si tratta di essere determinanti. Avete ancora una dignità che non si qualifichi nella cieca obbedienza al volere del vertice della «ditta»? Oppure colgono l’avvilente realtà le critiche che vi vedono affezionati alla vostra poltroncina in parlamento? Ditemi, cari dissidenti (di nome e non certo di fatto), se Renzi è quello che da giovani sognavate come statista; avevate anche voi dei sogni, o forse speravate di mettere solo il culo al caldo di un comodo scranno? I partiti sono così: ne fai parte finché ti vanno bene le idee decise dai vertici, quando la pacchia finisce, ci si può tranquillamente dimettere. Non esiste vincolo di mandato per nessuno, non solo per i Razzi di turno che si avvalgono di questo diritto solo quando si tratta di fare quello che voi fate in questi giorni di estremo pericolo per la democrazia parlamentare. Ricordatevi, il giorno in cui rimpiangeremo la già poca libertà di cui godiamo oggi: la colpa sarà anche vostra.