Caro Sarcasmo, la satira deve basarsi su fatti reali

Prendendo spunto dal Sarcasmo da Rotterdam comparso sul blog ieri, si possono fare delle considerazioni.
È ormai chiaro che, se il Paese versa in queste condizioni, la colpa ricade in gran modo sui mezzi di informazione, giornali e televisione. Quando anche i comici hanno iniziato a fare satira tagliente sulla classe politica, penso a Grillo o a Luttazzi, senza dimenticare Guzzanti, sono stati emarginati dal sistema.
Se la satira inizia a trattare certe notizie, colpisce proprio perché dice la verità. E’ questa la satira che dà più fastidio, sia a chi viene colpito sia a chi ascolta; mette in moto meccanismi di riflessione che probabilmente non sarebbero mai venuti a galla.
Quella Satira (con la S maiuscola) che faceva riflettere su fatti reali, risvegliava coscienze e portava le persone a farsi sentire con forza dai potenti, che da sempre sono il bersaglio preferito, ultimamente sta scemando. Lo stesso Crozza dopo il passaggio da La7 a Nove ha leggermente cambiato modalità di gestire il programma, non so se per esigenze di Editoria o se abbia semplicemente perso un po’ di vena artistica.
Il ruolo di satira (o sarcasmo) riflessivo e tagliente viene meno quando le notizie trattate non sono vere, o mal verificate. In particolare, nel Sarcasmo di ieri si parlava della presunta gaffe di Di Maio sulla «Russia Paese del Mediterraneo», quando è ormai chiaro a tutti che l’articolo che pareva aver svelato il caso dell’anno era, in realtà, basato sul nulla più assoluto. Senza focalizzarsi su Di Maio ci sono moltissimi altri casi, anche a livello di televisivo, che riguardano esponenti di tute le forze politiche.
E’ giusto che la satira esageri, ci mancherebbe, ma partendo sempre da una base di fatti reali; altrimenti a volte può sembrare banale e, a lungo andare, perdere il suo ruolo all’interno della società.