Elezioni Usa: un profilo di Donald Trump

L’8 Novembre 2016 sarà una data storica: verrà eletto nuovo Presidente degli Stati Uniti. Per ora i quattro nomi in testa sono: Hillary Clinton (ancora) che aspira a diventare la prima Presidente donna e che fa parte, naturalmente, dei democratici; Bernie Sanders, ex hippie che si autoproclama «il socialista d’America»; Ted Cruz, ultraconservatore che all’interno del suo programma elettorale ha voluto sottolineare quale piaga enorme costituiscano le cliniche che praticano l’aborto e i matrimoni gay (a quanto pare tema caldo ovunque);  e per chiudere in bellezza, abbiamo l’ormai leggendario Donald Trump.

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Gli Stati Uniti sono un paese pieno di contraddizioni: pionieri nell’indipendenza, nei diritti civili, nazione che nella propria costituzione prevede il «diritto alla felicità» ma allo stesso tempo questa è anche la patria delle armi legali, delle stragi, soprattutto nelle università, la patria in cui personaggi televisivi possono diventare presidenti dello stato più potente del mondo (solitamente in Italia il percorso è contrario anche se nella sostanza cambia molto poco).
Il miliardario Donald Trump ha alle spalle un ricco ed importante curriculum: star del piccolo schermo nel programma The apprentice, impegnato nel nobile mondo del wrestling, attore in grandi produzioni (come non citare la sua performance in un episodio di Sex and the city?). Ora a questa nobile rassegna si è aggiunta la corsa alla Casa Bianca e una candidatura al premio Nobel: sembra che nessuno lo possa fermare.
Il suo programma elettorale verte su due punti fondamentali: costruzione di un muro che divida la grande nazione statunitense dal Canada e dal Messico (naturalmente tutte le spese sarebbero a carico dei suddetti paesi) e la difesa dello Stato dal fondamentalismo e dal terrorismo islamico. Oltre che per tutte queste imprese titaniche, la sua donald-trump-is-still-soaring-in-iowa--but-there-are-now-some-clear-warning-signsfama è legata anche alle sue intuizioni brillanti: le ormai note e inquietanti idee con cui bloccare il terrorismo, ossia impedire che uomini di origini musulmane entrino negli Stati Uniti finché non si sarà risolto il «problema musulmano»; l’ipotesi del complotto: Obama, la cui carica presidenziale va avanti da 8 anni, non sarebbe un presidente legittimo in quanto non nato in America; o ancora attacchi a Hillary Clinton: «Se non può soddisfare suo marito, come può pensare di soddisfare l’America?», frase ripresa dal suo profilo Twitter dove Trump, in maniera molto delicata e signorile, fa riferimento al sexgate in cui fu coinvolto il marito Bill.
Diciamocela tutta, siamo abituati a vedere in America personaggi televisivi che si cimentano in politica ma fino a questo momento era una scelta più che giustificata: come rifiutare ad Arnold Schwarzenegger il governatorato per la California? Innanzitutto già la sua figura (e il suo cognome) incute paura e soggezione, quindi come non sentirsi al sicuro se c’è un tale personaggio che veglia sui sonni dei californiani? E poi, in fin dei conti, è anche diventato l’alleato di John Connor e ha salvato il mondo. Donald, guarda Arnold e datti da fare così sì che il posto alla Casa Bianca non te lo può negare proprio nessuno.

Giada Arcidiacono