Da Lombroso agli intellettuali nazisti: le fake news sono vecchie come il mondo

Le fake news sono al centro del dibattito da un po’ di tempo. Se vogliamo le menzogne o calunnie a scopo politico e sociale, sono vecchie come il mondo. La bufala sulla fine dell’assedio e la partenza degli Achei, e il cavallo di Troia come dono allegato: la fake e il trojan. Come tanti miti dell’Antica Grecia sono un totem per tutta l’umanità. Migliaia di anni dopo la pratica è ancora largamente usata, ma anche gli strumenti di conoscenza e di cultura condivise sono mutate. Come l’invenzione della stampa mutò la circolazione della Bibbia e dei libri, oggi la rete e i social media cambiano la gestione e la diffusione delle fake news.
Nella classificazione delle fake news si possono distinguere quattro classi fondamentali. In primis, Le sucker news o news dei creduloni: sono principalmente online e sono meno diffuse fuori dalla rete. Puntano sul titolo e la foto d’effetto e chi le crea sa che mirano ad un target che non clicca, non approfondisce ma condivide, spamma. Vivono di questa viralità per lucrare con clickbaiting e tecniche simili. Razzismo, odio, dietrologia e allarme sono il motore delle bugie a cui abboccano i creduloni. Le seconde, le eminent news o news autorevoli: sono su ogni media, in Tv, sui giornali e anche in rete e puntano ad un rafforzamento di una parte politica sociale o finanziaria e all’indebolimento dell’avversario diretto. La concomitanza di interessi tra media e politica è il motore e rischiamo di abboccare tutti perché l’autoreferenzialità del media tendiamo a non metterla in dubbio.Poi troviamo le nonews, o news di distrazione di massa: sono quelle create solo per attirare gente su cose di forma e senza sostanza. Spesso anche su giornali importanti si legge che Letizia di Spagna ha incontrato il presidente del Benin indossando uno sfizioso completino azzurro o che la compagna di Fedez forse è incinta o che Tizio è stato fatto fuori dall’ennesimo insulso reality in modo scandaloso e favorendo Sempronia. Queste notizie sui cosiddetti VIP o pseudo tali sono seguitissime, ma da persone a cui non fregherebbe niente di sapere che mia cugina incinta ha aperto al postino in vestaglia o che l’operaio sindacalizzato ha perso il posto di lavoro per le sue idee. Infine, parliamo di oik news, o news di incompetenza: ognuno di noi ha capacità e competenze limitate a un numero molto ristretto di di campi, mentre è uno zotico e un caprone in un vastissimo gruppo di settori dello scibile umano, anche se poi siamo tentati di dire la nostra su tutto. Di frequente, ma non esclusivamente, le oik news sono collegate ai campi di scienza e tecnologia, come ad esempio il nucleare e i vaccini, La scienza non è democratica ma fattuale, chi detiene i dati giusti ha ragione lui, anche se è solo contro tutti. Il caso storico eclatante è quello di Galileo contro le autorità religiose, morali e filosofiche del suo tempo. Eppure ignoranti di ogni risma si sentono in dovere di dire la loro su cose di cui non immaginavano nemmeno l’esistenza il giorno prima solo perché qualcuno ha aperto un dibattito o posto un dubbio.
La proposta avanzata da alcuni di certificare le news su criteri di solidità ed autorevolezza è suggestiva, ma superata dalla storia miliardi di volte. Intendo riportare di seguito alcuni esempi. Cesare Lombroso, ai suoi tempi, era uno scienziato tra i più stimati e la sua nuova branca scientifica dell’antropologia criminale sembrava aprire una nuova era per l’evoluzione umana. Il tempo ha rivelato che era una enorme sciocchezza e oggi esiste un dibattito acceso se il museo Lombroso debba essere mantenuto o smantellato.
Quando le grandi potenze entrarono nella prima guerra mondiale, tutte erano fermamente convinte che lo facevano in nome di Dio e che Dio fosse con loro e che la guerra avrebbe purificato e rinvigorito la nazione. Pure il Papa non trovò la forza di dire che era una balla, ma dovette limitarsi a farfugliare circa l’inutile strage e rimase inascoltato, Tutti sappiamo come è finita.
Le tesi naziste della supposta supremazia della razza ariana e della supposta inferiorità della razza ebraica non erano ne nuove ne fondate, ma furono “certificate” da una grande massa di scienziati, filosofi e sociologi autorevoli nel campo nazifascista e lasciò colpevolmente indifferenti gli autorevoli colleghi del campo avverso per l’ovvia infondatezza ma senza che ne intuissero, per colpevole demerito, le tragiche conseguenze storiche e culturali. Eppure ancora oggi ebrei, omosessuali e altre categorie discriminate sono visti molto male in vasti ambienti dei paesi cosiddetti civili.
Ancora oggi nessuno può sperare di diventare Presidente degli USA senza dire la frase d’obbligo «God bless America». In Europa ci pare una bambinata innocua. Nel mondo mussulmano rappresenta la solida evidenza che l’occidente sia un ammasso di crociati bellicosi che vogliono distruggere il sacro mondo dei puri seguaci del Profeta.
Questo circolo vizioso finirà mai? Parlare di fake news in senso stretto non ha forse nemmeno senso, dato che non può che esistere nel genere umano un enorme insieme di punti di vista e di suggestioni individuali, dovuti a cultura, religione, tradizioni ed esperienze personali. Se però vogliamo stare sul tema io preferisco (anche se per la mia storia personale lo digerisco molto malvolentieri) il concetto di narrazione (o in maniera più cruda di brand). A quanto pare oggi tutto ciò che conta deve avere un brand o una narrazione, anche se è stato così anche nel passato ed in modo innegabile. Tuttavia, oggi la narrazione è legata a tecniche di storytelling e storycrafting sempre più sofisticate. Mi limito a buttare li un’ipotesi suggestiva. La narrazione introduce una polarizzazione negativa o positiva. La polarizzazione negativa ha lo scopo, spesso per nascondere secondi fini inconfessabili ma non necessariamente, di creare un “noi” e un “loro” in forte contrasto se non addirittura esplicitamente in guerra. Molti esperti denunciano che la politica in occidente nell’ultimo decennio ha sfruttato molto la narrazione a polarizzazione negativa (il berlusconismo è stato di fatto un precursore) e che siamo ormai ai confini del limite di guardia. Esempi di polarizzazione negativa sono il nazismo, il fascismo, il tifo organizzato nel calcio, il cinico confronto tra i due grandi blocchi durante la guerra fredda. Quello che appare piuttosto bizzarro che gli USA alla caduta dell’URSS abbia avuto il fondamentale bisogno di trovarsi nuovi nemici i cosiddetti stati-canaglia e, caduti pure quelli, quasi di crearsene (AlQaida, ISIS). Le polarizzazione positiva ha lo scopo di aggregare fazioni indipendenti o antagoniste a cooperare ad una visione comune in termini di mutuo interesse (anche solo momentaneo), ma sempre nel rispetto delle differenze, per raggiungere benefici comuni e condivisi, anche se magari limitati. Questo è conosciuto come approccio «win-win».
Un esempio titanico di narrazione a polarizzazione positiva è il discorso di Kennedy del 1962 che prometteva che gli USA avrebbero portato l’uomo sulla luna entro la fine del decennio. Esistono numerose testimonianze audio e video degli esperti NASA che avrebbero poi diretto la missione apollo che quel giorno pensarono che Kennedy fosse pazzo o drogato, in quanto per loro non esisteva la tecnologia per raggiungere un traguardo tanto sfidante e. pertanto, la cosa era semplicemente impossibile. Kennedy aveva un secondo fine esplicito, che era quello di competere con il ritardo tecnologico accumulato sull’URSS. Eppure, superando difficoltà enormi e clamorosi insuccessi che avrebbero fatto fallire molte organizzazioni, la NASA il 20 luglio 1969 fece atterrare due uomini sulla luna, con una ricaduta di benefici enormi sulle nostre società. Io quel giorno ero davanti alla TV e si ricorda ancora come uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Quel giorno avemmo la netta percezione che nessuna strada sarebbe stata veramente preclusa al genere unano se la filosofia della collaborazione su vasta scala fosse diventata la via maestra.
Le cose nei decenni successivi non sono andate proprio in questo verso. Oggi, seppure tra enormi difficoltà e contraddizioni stanno nascendo e crescendo molte narrazioni a polarizzazione positiva come la nuova via politica nel Sudamerica (Pepe Mujica), le idee sul cibo, l’ambiente e l’agricoltura di Carlin Petrini e Vandana Shiva, gli approcci di democrazia diretta del bilancio partecipativo di Porto Alegre, di OccupyWallStreet negli USA, dei Pirati in Scandinavia e del M5S in Italia. In conclusione, anche se la tesi è un po’ semplicistica e si presta a facili critiche, nel moderno approccio alla narrazione occorre dare credito fiducia e supporto alla narrazione a polarizzazione positiva e osteggiare e combattere aspramente la narrazione e polarizzazione negativa, sulla base della banale considerazione che nel lungo termine conviene, a tutti.

GIORGIO DEGIORGIS