Il fascismo dal punto di vista degli italiani comuni

Fascisti!
Armanda Capeder
Enrico Damiani editore – 2016 – 18 euro

fascisti_512x652Sono bastati pochi anni, quelli che hanno separato l’armistizio dell’8 settembre 1943 dalla nascita della Repubblica italiana, a cambiare completamente il significato della parola «fascista»: da aggettivo utilizzato per marcare un’appartenenza di cui essere orgogliosi, è divenuto presto un insulto, un sinonimo di «autoritario», «dittatoriale», addirittura «ingiusto».
Lo straordinario romanzo di Armanda Capeder ritrae una famiglia che il fascismo lo ha fatto e l’ha subito, che ne ha vissuto sia l’utopistico sogno iniziale che il drammatico epilogo. Un ritratto che da una famiglia si estende a una generazione, perduta nel conflitto interiore dovuto a delle istituzioni che in pochi anni sono passate dall’obbligo al divieto di essere fascisti.
Racconto storico dal basso, Fascisti! narra il Ventennio con gli occhi di una bambina che, come tanti altri italiani comuni, ha vissuto ognuno di quei giorni sulla sua pelle, fra paure e gioie, drammi e sconfitte. Non si tratta di un’opera revisionista, bensì di un racconto sostanzialmente diverso da quello canonico: se la Storia è scritta dai vincitori, i perdenti sono sempre soprattutto le persone comuni, che non hanno voce in capitolo e che devono essere tristi o felici a seconda del verso che prendono le scelte fatte da qualcun altro.
Ma Fascisti! non si limita a quello: l’Autrice ci offre, sempre da un punto di vista pressoché inedito, anche la possibilità di riflettere sulle ragioni che hanno portato alla genesi e al traumatico epilogo del Ventennio. Un’opera estremamente utile e interessante, per comprendere cosa è significato il fascismo per tutti quelli che non appariranno mai sui libri di storia perché, anziché agire, si sono limitati a subire le sorti di una nazione.