L’importanza di essere (un politico) onesto

Stamattina, ascoltando Il Ruggito del Coniglio, storica trasmissione radiofonica di Radio2, in mezzo a tante parole che mi hanno messo di buon umore, ho notato, anzi ascoltato qualcosa che mi ha rattristato profondamente. È probabile che abbiate già letto queste cose da qualche parte, ma davvero devo ribadire il concetto. I due conduttori chiedevano al pubblico presente se avrebbero votato eventualmente per il loro partner. Il sistema usato per sottoporre a sondaggio è sempre lo stesso.business-cards-1379181926HnX A ciascuna persona presente in sala viene consegnato un foglietto, bianco per dire sì, color Carlo Conti per dire no. Tutti hanno alzato il foglietto bianco, tutti voterebbero il proprio compagno, ma è stato il motivo a lasciarmi addosso un certo malessere. «Perché è una persona onesta», ecco come tutti gli intervistati hanno giustificato il loro sì. «Ha un forte senso della giustizia» aggiungeva qualcun altro. Non c’è stato nessuno che abbia parlato di idee, di competenze, di progetto politico della persona con cui condividevano la vita, tutti impegnati a salvare l’onore. L’onestà non dovrebbe essere un criterio con cui scegliere il candidato, l’onestà dovrebbe essere un prerequisito base, senza onestà una persona non dovrebbe nemmeno pensare di candidarsi. Un candidato che sa di essere un delinquente è come un videogioco per computer che cerca di funzionare senza la scheda video necessaria. Rispondere alla domanda «Perché lo voteresti?» con «Perché è onesto», dovrebbe essere come rispondere alla domanda «Perché quel ragazzo ti piace?» con un «Perché respira e ha ben due occhi». Essere onesti è condizione necessaria, però non sufficiente, occorre una preparazione specifica persino per amministrare il condominio, figuriamoci un comune o una poltrona in Parlamento. Io cambierei la domanda in «Supponendo che tutti i candidati siano onesti, voteresti il tuo compagno?». Forse qualche cartellino color Carlo Conti si alzerebbe.