Intervista a Benifei (Pd): il ruolo dei giovani nell’Unione Europea

Eletto eurodeputato a soli 28 anni, Brando Benifei rappresenta il volto giovane dell’Europa e dell’Italia. Ruolo fondamentale all’interno delle sue battaglie politiche è rivestito da tematiche di sviluppo e occupazione giovanile, volte a restituire centralità ai giovani nel contesto politico e sociale di cui fanno parte.
A poche settimane dalle elezioni europee, queste sono le sue opinioni sull’Europa e le sue nuove generazioni.

Lei ha iniziato il suo percorso politico ai tempi del liceo, partecipando alla vita della scuola come rappresentante degli studenti e prendendo parte a manifestazioni per la difesa dell’istruzione pubblica e di qualità. In che modo la scuola può influire sulla percezione che gli studenti hanno del proprio ruolo di parte attiva all’interno della società?

La scuola è un microcosmo all’interno del quale ragazze e ragazzi sperimentano sulla loro pelle il significato profondo di stare in società. Oggi è un’istituzione in crisi, soprattutto a causa di risorse insufficienti che influiscono inevitabilmente sulle possibilità per studenti, docenti e personale scolastico di usufruire e mettere a disposizione servizi educativi adeguati. Non è certo una novità dei nostri tempi e le grandi mobilitazioni studentesche dei miei tempi e di quelli dei miei genitori ne offrono ampia testimonianza. L’importante è che la scuola rimanga un luogo di inclusione e non di segregazione, che stimoli la curiosità piuttosto che un tipo di sapere preconfezionato ma che soprattutto sappia stimolare il senso critico degli studenti, vera linfa vitale del vivere attivamente in società.

Per molti studenti Europa significa prima di tutto Erasmus. Perchè, a suo avviso, questa esperienza può contribuire all’identificazione dei giovani in cittadini europei e in che modo ciò può rappresentare un vantaggio per l’Europa?

L’Erasmus è il programma di maggior successo dell’Unione Europea soprattutto perché offre ai ragazzi una prospettiva nuova. Chi ha l’opportunità di partire per l’Erasmus capisce qualcosa dell’Europa, del suo Paese e di se stesso. Per molti è un’esperienza che cambia la vita, per quasi tutti una che la arricchisce. Credo che questo sia già per l’Unione Europea e per i suoi cittadini un risultato di inestimabile valore. L’obiettivo che mi sono dato, come europarlamentare, è permettere al maggior numero di persone, anche a chi proviene da contesti sociali svantaggiati, di potervi partecipare. Sono fiero di aver contribuito alla creazione di ErasmusPRO, creando apprendistati transnazionali per lo sviluppo di nuove e diverse competenze professionali e linguistiche.

Dai giovani inglesi che nel 2016 votarono per rimanere nell’Unione Europea al movimento paneuropeo Volt fondato e composto da under 30, sembra che gli ultimi sostenitori dell’Europa siano i giovani. Cosa attrae le nuove generazioni verso l’UE e rende invece scettiche le vecchie?

Se è vero che negli anni recenti, e nei casi citati, si possa intravedere un elemento di carattere generazionale dietro il supporto al progetto europeo, tuttavia eviterei di essere troppo categorici al riguardo. I giovani di oggi, che sono cresciuti con l’Europa e tendenzialmente sono più abituati a beneficiare dei diritti e dei vantaggi della membership europea, allo stesso tempo rischiano di dare tali benefici per scontati. Ma soprattutto, i giovani di oggi hanno subito in maniera drammatica gli effetti della recente crisi economica che ha creato un effetto di disaffezione verso le istituzioni, la politica, l’Unione Europea. Tutto ciò non deve assolutamente essere sottovalutato. Bisogna ancora battersi per un’Europa unita, facendo affidamento soprattutto sui giovani, coinvolgendoli nel processo decisionale, avvicinandoli alle istituzioni e ascoltando con attenzione le loro proposte.