Le incongruenze delle testimonianze sull’agenda rossa – parte 10

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Il secondo fatto inusuale avvenuto durante la permanenza di Maggi in Via D’Amelio è che lui vide quattro o cinque persone in giacca e cravatta dei Servizi Segreti, di alcune ne ha riconosciuto il viso poiché visti a Roma quando lavorava là, presentarsi in Via D’Amelio e cercare tra le carcasse delle auto qualcosa, che lui non sa. Il Sovrintendente Maggi ha deciso di dichiarare per la prima volta questo fatto in quest’ultimo interrogatorio poiché nei precedenti pensava che non fosse rilevante parlarne.

Di seguito uno stralcio delle dichiarazioni.

TESTE MAGGI F.P. – «Dottore, io vorrei aggiungere una cosa, che a distanza di tempo non ho detto, però ‘sta cosa ora sta andando per le lunghe, non me la sento più. (…) Preme pure a me la ricerca della verità, perché… Io questo lavoro l’ho fatto veramente con il senso del dovere, ho fatto ventisette anni in questa amministrazione. (…) A me la cosa strana, dottore, più che strana, pure infastidito, perché purtroppo anche all’interno da noi ci sono queste cose, però poi sono ritornato su questo pensiero. Cioè lei sa benissimo che in un’emergenza si allerta il 113 e quindi il 113 dirama la nota di una cosa e quindi… (…) Cioè la cosa strana è che io notai molta gente che si aggirava giacca e cravatta dei Servizi. Ho detto: «Ma questi come hanno fatto a… a sapere già…?» Ma dopo dieci minuti io già ne avevo visto un paio là che gironzolavano». 

P.M. Dott. GOZZO –« Lei ha ricostruito che si trattasse dei Servizi o…?»

TESTE MAGGI F.P. – «Sì, perché un paio li conosco, di Roma. Io ho lavorato sette anni a Roma.» ; («inoltre, venivano notati a Palermo, presso gli uffici del Dirigente della Squadra Mobile, Arnaldo La Barbera, anche in occasione delle indagini sulla strage di Capaci»)

P.M. Dott. GOZZO – «E a questo punto la invito a fare i nomi di queste persone, se li riconosce».

TESTE MAGGI F.P. – «E non li conosco, conosco di… di faccia, è gente questa che… manco ti dà confidenza».

TESTE MAGGI F.P. – «Sì, sì, subito dopo. Io uscii da… da ‘sta nebbia che… e subito vedevo che arrivavano tutti ‘sti… tutti chissi giacca e cravatta, tutti cu’ ‘u stesso abito, una cosa meravigliosa».

P.M. Dott. GOZZO – «Ho capito. E questa cosa ebbe modo di riferirla a qualcuno?»

TESTE MAGGI F.P. – «No, me la sono tenuta sempre dentro, dottore».

P.M. Dott. GOZZO – «Perché? C’è un motivo? Ce lo dica».

TESTE MAGGI F.P. – «Non lo so, ora sta venendo fuori ‘sta cosa, perché ‘sta cosa mi… mi sta dando fastidio, perché sono stato sentito più volte e mi… mi lede la mia moralità, se permette, dottore, non… E quindi mi sono promesso a me stesso che tutto… Oggi sono qua proprio per questo». 

P.M. Dott. GOZZO –« Mi scusi se le faccio questa domanda (…) ma evidentemente essendo passati vent’anni io devo indagare anche sul fatto perché lei queste cose le dica oggi. Lei aveva timore a dire questo fatto?»

TESTE MAGGI F.P. –« No, nessun timore, solo che (…) al tempo non… non pensavo che fosse rilevante questa cosa, trattandosi di poliziotti e carabinieri».

P.M. Dott. GOZZO – «E perché oggi pensa che sia rilevante,invece?».

TESTE MAGGI F.P. – «E non lo so, perché ci sono molti punti oscuri. ‘Sta borsa chi l’ha trovata? Ma quante borse c’erano?»

Su tale vicenda Maggi conclude con la seguente frase:« Minchia, ma erano belli freschi, proprio senza una goccia di sudore, proprio questi… proprio come se erano dietro l’angolo, non lo so io. Da chi hanno appreso la notizia questi? Dopo dieci minuti sul posto, un quarto d’ora. Vularu? Chissi di Roma vularu? Erano qua, boh! Non lo so che ci facessero a Palermo. Questo ci tengo a dirlo, eh?»

È possibile notare come la versione dei fatti di Maggi sia totalmente diversa dalle altre tre versioni approfondite precedentemente.