Lettere al direttore: Salve Mister Perfettino!
Salve Mister Perfettino,
le scrivo,abbassandomi al suo miserevole livello, perché sono stanco di leggere le cazzate che lei e i suoi collaboratori scrivete su quello schifo di blog: date dello «squadrista del terzo millennio» a chi vuole mantenere la italianità dello stato Italiano; avete il coraggio di dire che gli islamici tagliagole hanno «a cuore la scuola e fanno bene»; criticate il presidente del consiglio Renzi perché è ad un impegno istituzionale mentre in Italia c’è l’alluvione: poteva prevederlo?; sbeffeggiate i coraggiosi indipendentisti veneti. Ma chi vi credete di essere? Pensate davvero che governare un paese (una regione, un comune) sia semplice, vorrei vedere voi al posto della nostra classe dirigente: vi fareste linciare dal popolo dopo 5 minuti oppure scappereste come pavidi vigliacchi. La politica è una cosa seria, non adatta ai ragazzini.
Sparite, voi e il vostro blog.
G.A.
ghthrn.987es@hotmail.com
Caro lettore,
ho deciso di pubblicare anche la sua mail per tentare di dare una prova di veridicità ad una lettera che sembra uno scherzo. Credo comunque che questo tentativo sia vano: il suo indirizzo di posta elettronica ha tutta l’aria di essere stato creato ad hoc per scrivermi. Ho deciso di risponderle nonostante lei non mi ponga domande perché le critiche che ricevo da lei sono le stesse che mi fanno anche altre persone, fra cui una mia amica che purtroppo, politicamente parlando, ha ancora le idee alquanto confuse. Se, come ha detto lei, la politica (argomento cardine del blog) non è cosa adatta ai ragazzini – le annuncio che siamo tutti maggiorenni, vorrei chiederle se si potrebbe aumentare l’età minima per votare. A 40 anni va bene? O preferisce a 50? In un paese dove regna la gerontocrazia (sia anagrafica che di idee), mi sembra la scelta più appropriata.
La storia che noi commentatori esterni dovremmo provare a governare il paese per vedere come non sia una cosa semplice è vecchia come il mondo. A parte il fatto che non abbiamo mai detto che fare politica sia facile, noi non vogliamo neppure immischiarcene: non è il nostro mestiere, come non è il mestiere del parlamentare scrivere editoriali sui giornali. Certo, quest’ultima è ormai abitudine, ma, si sa, siamo un paese unico e – (s) fortunatamente – inimitabile.
La bellezza della Voce, come ho più volte ribadito, è che ogni collaboratore è libero di dire quello che pensa, purché sia motivato e in linea con la Costituzione italiana. Non essendo questa una testata registrata, chi scrive è direttamente responsabile dei suoi articoli. Questo ci sembra un atto di grande maturità e di responsabilità: si è responsabili di ciò che si scrive, sempre che le eventuali querele non siano contro la libertà di espressione, come spesso accade in Italia. I miei editoriali, tradizionalmente gli articoli più «taglienti», sono il riflesso di quella che è la mia idea di politica, la mia idea di uno stato civile e la mia idea di società. Questi tre mondi – devo ammetterlo, utopici – non sono minimamente consimili all’Italia del 2000, e forse neppure ad uno stato mai esistito. Per questo mi sento in diritto di criticare destra, sinistra, Movimento 5 Stelle e Lega: non ho legami con nessun partito. Certo, conosco molte persone che ne fanno parte, ma sono riuscito sempre a separare l’aspetto umano da quello professionale. Non è un compito difficile, se si è in buonafede e non si ha interesse a fare il contrario.
Desidero, e concludo, correggerla quando parla di Renzi: non mi sembra che l’alluvione di Genova sia successiva alla partenza del premier per l’Australia. Sbaglio? E poi non mi pare che lei abbia letto attentamente l’articolo di Cecilia Alfier sulla scuola: guardi cosa c’è scritto subito dopo la frase da lei citata.
Cordiali saluti
Tito G. Borsa
direttore.lavocechestecca@gmail.com
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia
Tito Borsa è Dio