Ecco perché non andrò all’Expo

Expo2015

Pur avendo fatto richiesta (e avendo ottenuto) l’accredito, non andrò all’Expo. È stata una decisione difficile: da una parte la curiosità di vedere con i miei occhi l’«ottava meraviglia del mondo», dall’altra il disgusto che tale meraviglia mi provoca. Non mi considero né un gufo né un disfattista: sono contento se l’Esposizione Universale riesce a raggiungere e magari a superare gli obiettivi, ma non riesco a prendere parte a questo successo. In un paese devastato dalla corruzione ci si ingegna sempre per trovare qualche nuovo pozzo di denaro: prima l’Expo, poi le Olimpiadi di Roma nel 2024 e adesso, almeno a quanto dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano (detto «Ulisse sull’Isola dei Ciclopi»), ritorna l’incubo del ponte sullo Stretto, anche se limitato al traffico ferroviario. Non posso che essere d’accordo con chi sostiene che Expo sta dando lustro in Italia nel panorama internazionale e sono altresì convinto che questa esposizione abbia portato dei buoni introiti all’economia milanese e lombarda; ma, nonostante questo, qualcosa continua a non tornarmi: perché dobbiamo buttarci in queste imprese titaniche e alquanto dispendiose, quando dobbiamo perfino tagliare sulla sanità visto che mancano i soldi? Certo, se davvero lo si volesse, il denaro si troverebbe per tutto: basterebbe dimezzare lo stipendio dei parlamentari e combattere veramente l’evasione fiscale però queste sono utopie che non vale nemmeno la pena prendere in considerazione.
L’Expo non è uno spreco ma nemmeno qualcosa senza cui l’Italia non poteva vivere: per fortuna ci sono state delle inchieste, se no il marcio che proliferava sotto i padiglioni dell’esposizione avrebbe continuato a rendere a pochi danneggiando tutti noi. Non è possibile, però, in uno Stato come il nostro (per la cui corruzione siamo celebri nei cinque continenti), continuare a donare ai delinquenti terreno fertile dove piantare le proprie associazioni a delinquere. Smetterla con le grandi opere sarebbe la migliore austerity possibile: ne risentirebbe il prestigio dell’Italia nel mondo ma sarebbe facile farsene una ragione. Non andrò a Expo, ora sapete anche perché.