Alla ricerca della Teoria del Gender

images

La teoria del gender sta affollando i congressi provita degli ultimi anni. È stato persino creato un quotidiano, La Croce, per contrastare «i falsi miti di progresso». Quello però che ci chiediamo, senza illuderci di essere gli unici, è «Ma che cos’è la teoria del gender?». Domanda che, anche con l’aiuto di Google, rischia di rimanere senza una risposta esauriente. In generale è una teoria che punta «a eliminare la discriminazione verso la comunità Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali) considerando il genere come una scelta». Vi riportiamo la definizione più esauriente trovata online, figuratevi le altre. Muovendoci unicamente sul piano logico, almeno per iniziare, è difficile trovare un legame fra genere e orientamento sessuale come fra genere e transessualità. Nel primo caso, il fatto che l’individuo sia attratto dal proprio sesso piuttosto che dall’altro o da entrambi è ininfluente: considerare lecito il legame con la «teoria del gender» vuol dire legittimare una serie di luoghi comuni che implicano l’esistenza, in ogni coppia omosessuale, uno che fa il maschio e l’altro che fa la femmina. A parte questo stereotipare in maniera alquanto aberrante le mille sfumature che un rapporto sentimentale fra due persone può avere; anche qua però – dal piano logico e non ideologico – la spiegazione non ci convince tanto. Passiamo invece al secondo caso, quello della transessualità. Premessa: transessuale non è colui che decide di cambiare sesso (mi perdonino i diretti interessanti per la necessaria semplificazione del concetto), bensì chi decide di cambiare sesso a causa della discordia fra il suo genere ed il suo sesso biologico. Per far raggiungere l’eudaimonia, la felicità e la completa realizzazione a queste persone è necessario che ciò che è discorde divenga concorde e, visto che non siamo – si spera – in un medioevo dei diritti umani, questo traguardo si raggiunge modificando non il genere ma il sesso. Il legame fra questo atto – che di «volontario» ha ben poco (certo, l’individuo decide di operarsi però all’origine non c’è una scelta) – ed il «considerare il genere come una scelta» è alquanto illogico. Per il principio di non contraddizione, non ci può essere «scelta» e al contempo «non scelta». Detto questo, resta da capire cosa sia davvero la «teoria del gender» e noi qua ci areniamo alla ricerca di un concetto che pare essere l’Eldorado di Mario Adinolfi. Qualcuno lo avvisi che, al di là di sogni e miraggi, la città dell’oro non esiste.