Salvini e la Lega-Pound: un’idiozia tutta italiana

Sabato a Roma si è tenuta la famigerata manifestazione organizzata da Lega, Fratelli d’Italia e Casa Pound. Cos’è successo? Assolutamente nulla. A parte il lessico che ha sfoderato Salvini, linguaggio più adatto ad un bordello che ad un incontro politico, il sabato fascioleghista si può riassumere in due parole senza preoccuparsi che perda di significato: «calma piatta». Non ci stiamo riferendo all’assenza di scontri, quanto piuttosto all’assenza di idee e di proposte che ha caratterizzato la «gita fuori porta» dei seguaci del «ducetto» Matteo: la Lega ha dimostrato ancora una volta che nutrire gli ignoranti di populismo funziona. Rammarichiamocene.
Ha fatto abbastanza impressione vedere Roma (che un tempo era «ladrona») invasa da personaggi come il governatore del Veneto, il sindaco di Verona e il primo cittadino di Padova che, per l’occasione, hanno deciso di assimilare un po’ di «romanità» già a partire dal loro nome: stiamo parlando rispettivamente di Luca «er parrucca» Zaia, Flavio «er ghigno» Tosi e Massimo «er querela» Bitonci, tutti capeggiati da Matteo «er panza» Salvini. Ora la Lega sta cercando – con successo alcune volte – di conquistare anche il sud e per farlo si affida ai sempreverdi (e mai influenti) FdI e Casapound. Una scelta eccezionale, «er felpa» Salvini un’aquila.


salvini.roma2Ma qualcuno si è accorto che non c’è nulla di diverso in questa Lega? Nonostante l’indubbia – e altrettanto effimera – crescita nei sondaggi, il Carroccio non sta offrendo nessuna alternativa agli elettori di centrodestra che devono scegliere fra il delinquente Berlusconi e la nullità Alfano: Salvini, ne avevamo già parlato, mischia un po’ di tutto (nazionalismo e – pare una follia – socialismo per esempio) senza però approdare a nulla. E intanto Berlusconi continua a monopolizzare il centrodestra. Bel lavoro.
Avessimo Salvini qua di fronte a noi, la prima domanda che ci sorgerebbe spontanea è la seguente: «qual è il vostro scopo?» perché se la Lega-Pound punta ad aumentare i propri voti – seppur di poco – allora è sulla buona strada; se invece intende rinnovare, beh, è sul sentiero sbagliato: non si rinnova sparigliando le carte ma correggendo gli errori. È come se, durante il derby della Lanterna, il Genoa stesse perdendo 2 a 0 senza riuscire a costruire un’azione e per tentare di rimontare cosa fa? Non tenta di capire perché la Samp riesce a fare gol a differenza sua, ma sceglie la strada più semplice: o la butta in caciara oppure perde la partita e dopo dà la colpa all’arbitro. Questa è la Lega-Pound.
La politica del futuro, «una politica senza destra e sinistra» citando Salvini, è finalmente arrivata. Ma puzza di vecchio e ha l’acre odore dell’inutilità.

Tito Borsa