Sarcasmo Domination: Sissi, la principessa che non esisteva (ma forse sapeva andare a cavallo)

Nell’articolo Fake News alla corte di Sissi, Marianna Saracco fa una disamina di una figura storica importante per la nostra immaginazione, la principessa Sissi, spiegando che in realtà è stata prima Duchessa di Baviera e poi Imperatrice, senza mai essere indicata con il titolo di Principessa. Tutto ciò mi ha portato alla conclusione che tutta la mia vita è una bugia.

La principessa Sissi a cavallo

Mi chiamo Sarcasmo e ho sempre sostenuto che la “principessa” Sissi fosse una str… straordinaria persona. Da bambina vidi un film, forse quello del 1955. Ricordo una tipa a cavallo con i capelli lunghi, ma soprattutto uno baffuto che diceva: «Noi siamo gli ungheresi!». E dopodiché avanzava pretese assurde. Non so perché mi ha fatto tanto sempre tanto ridere.

Svelando le fake news su Sissi, la suddita Marianna ha fatto due cose serie, due cose per cui ora è in carcere di massima sicurezza, da cui potrà uscire facendo il doppio con un tiro di due dadi o con il lasciapassare.

Perché dobbiamo diffondere le fake news

La prima cosa è stata smontare le fake news, quando nel Regno stiamo facendo di tutto per diffonderle. La seconda è stata indurmi a pensare, ma pensare davvero, non come faccio di solito.

Quando la finzione letteraria entra talmente nell’immaginario collettivo da diventare bufala storica? Per esempio, quando l’anno scorso è uscito Spencer tutti o quasi sapevano che quella ritratta nel film non era la “vera” Lady Diana, che era un esperimento cinematografico riguardo a una donna cui non piaceva particolarmente passare Natale dalla suocera o ex suocera. Il film di cui parla la suddita Marianna, invece, era più datato.

Il problema forse si pone, quindi, solo nel secolo scorso? No, tanto è vero che di recente è uscito Blonde su Netflix, ispirato a un romanzo omonimo che racconta la vita di Marylin Monroe con molte licenze poetiche. Eppure gran parte del pubblico non ha percepito che quello non è un biopic su Marylin. Si tratta del filtro del filtro del filtro di una realtà. È come entrare in una casa di specchi deformanti.

I biopic stessi non sono la verità, perché, insomma, la verità è noiosa e non piace a nessuno. Anche parlando normalmente, quando descriviamo la nostra vita cerchiamo di renderla un po’ meno banale di quello che è. Quoto Barney Stinson che dice: «Una bugia è solo una bella storia che qualcuno rovina con la verità».

Questo problema di rappresentazione si riscontra di più con personaggi donne, perché il patriarcato e blah blah, insomma lo sapete, visto che ci viviamo dentro. 

Al fine di non confondere i sudditi, tutte le rappresentazioni, soprattutto femminili ma non solo, di personaggi realmente esistiti saranno prese per buone. Perché la ricerca storica ha stufato e noi vogliamo divertirci. Qualora due o più versioni letterarie e/o cinematografiche dovessero cozzare tra loro, rivolgetevi al tribunale del TAR (Troppi Anni Rubati a cose più utili).