La terapia: il sorriso è un diritto di tutti

Il sorriso e il divertimento sono sensazioni piacevoli per tutti e anche metodi efficaci per intervenire su alcune malattie. La terapia del sorriso è un metodo curativo che si va diffondendo lentamente in tutto il mondo a partire dalla sua nascita, negli anni Ottanta del Novecento. Metodo controverso e spesso criticato da molti, che probabilmente potrebbe non avere effetti curativi, ma che sicuramente in qualche modo provoca del bene, per chi lo riceve e per chi lo pratica.

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Parlo con Federica, una ragazza di 25 anni che ha praticato questo tipo di terapia con pazienti affetti da disabilità mentale: «Mi ci sono avvicinata  per caso e in un modo del tutto particolare. Ho sempre visto la terapia del sorriso praticata da Clown in ospedale, in particolar modo rivolta a dei bambini, mentre io sono stata catapultata in un mondo nuovo con pazienti nuovi. Ho iniziato a fare volontariato in un centro di disabili, senza sapere cosa sarebbe successo, solo con la voglia di rendermi utile. Sono stata travolta da un turbinio di emozioni. Gli organizzatori, infatti, per il primo anno organizzavano questo esperimento per cercare di capire se potesse funzionare. È stato un successo. Per un anno intero ogni sabato in cui io facevo volontariato noi volontari preparavamo delle attività differenti, dal semplice ballo, al canto, al teatro divertente che vedeva noi come attori e loro come spettatori attivi.
È stato un mare di emozioni, di sorrisi veri e di empatia con persone con le quali spesso è difficile entrare in contatto. Mi sono sentita utile e ho notato che ragazzi che prima non parlavano e stavano fermi in un angolo con le sopracciglia corrugate, pian piano sono riusciti a darmi la mano e a sorridere, in un modo così semplice che spesso è risultato disarmante.»
Un fiume in piena Federica mentre mi racconta la sua esperienza, continua ad affermare che lei ci crede, ci crede davvero in questo tipo di cura, che magari non porterà a nessun risultato a livello scientifico, ma che sicuramente apporta benefici alla mente. «Non volevo più porre fine a questo progetto, volevo che andasse avanti, ogni sabato per me era qualcosa di spettacolare, sentivo di fare del bene e sentivo di ricevere del bene, perché anche loro a me trasmettevano una gioia che non potrebbe essere quantificabile a parole. Vedevo miglioramenti nei pazienti, ma vedevo miglioramenti anche in me stessa. Avevamo creato legami di fiducia talmente forti che loro riuscivano a lasciarsi andare con espressioni felici e balli scatenati, mentre io riuscivo a lasciarmi andare ridendo senza pregiudizi e facendomi inondare da una felicità fatta di semplici gesti». Un racconto semplice il suo, ma pieno di emozioni e sentimenti che scaldano il cuore e che fanno pensare che spesso si parla di gesti grandi ed eroici, quando basterebbe rendersi conto che un sorriso vale più di mille parole e che essere felici è un diritto di tutti.

Anna Toniolo