Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons: grande passo verso la denuclearizzazione

Da ormai trentanove primavere, ogni 26 gennaio il leader spirituale Daisaku Ikeda celebra l’anniversario dell’associazione buddista di cui è presidente, la Soka Gakkai Internazionale, con un discorso per promuovere la pace globale. Creazione di Valore in Tempo di Crisi, questo il titolo delle dichiarazioni di Ikeda, ripercorre le grandi problematiche dell’attualità quali COVID-19, relativa crisi economica e necessità di una rapida transizione verde. Inoltre, invita membri e non solo a spendersi per l’ideale di una sicurezza basata sul rispetto della dignità delle persone, a discapito d’interessi nazionali o affaristici. Infine, Ikeda torna sulla battaglia iconica della Soka Gakkai Internazionale, proclamata dal predecessore Toda nel 1957, quando l’associazione esisteva soltanto in Giappone: l’eliminazione delle armi nucleari su scala globale.

A tal proposito si registra un’importante novità, salutata con giubilo da Ikeda: il 22 gennaio scorso è infatti entrato ufficialmente in vigore il trattato TPNW, prima sottoscrizione internazionale per la messa al bando delle armi atomiche legalmente riconosciuta, in seguito alla cinquantesima ratifica da parte di uno stato nazionale aderente. Seppur in sordina, tale trattato nacque nel 2017, in seguito a sei mesi di negoziati che coinvolsero centoventinove stati accreditati e sette associazioni internazionali, e da allora è depositato presso l’ONU come accordo multilaterale aperto. Di primaria importanza per la sua definizione e ratifica fu la spinta della società civile, prevalentemente raccolta dall’associazione non governativa International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, a cui si aggiunse il deciso favore di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale, che definì i negoziati come un evento di portata storica. Insieme alla Soka Gakkai, tutte le maggiori associazioni religiose mondiali si sono successivamente schierate per la sua adozione con appelli e azioni concrete. Basti pensare che il Vaticano è una delle cinquanta parti che hanno ratificato il TPNW.

Nonostante il parere favorevole dell’Unione Europea, l’alleanza NATO ha ovviamente ristretto moltissimo il campo della condivisione del trattato tra gli stati del Vecchio Continente. Soltanto Irlanda, Malta e Austria sono parti attive, mentre Svezia e Svizzera hanno votato per l’approvazione senza poi sottoscriverlo. Inoltre, per allinearsi alla posizione contraria della NATO, Germania e Norvegia hanno dovuto ignorare in maniera coatta le mozioni parlamentari per il disarmo votate a maggioranza nei loro parlamenti, mentre il governo dei Paesi Bassi è stato costretto a partecipare ai negoziati dalla dialettica politica interna, salvo poi votare contro.

Sebbene sia stato ignorato dagli stati possessori e dai loro alleati coinvolti nella politica della deterrenza, tra cui Italia e Giappone, il TPNW risulta comunque un piccolo passo verso un futuro libero dalla minaccia nucleare, al cui cospetto qualunque crisi economica o sanitaria impallidisce. A soli tre decenni dalla fine della Guerra Fredda, in un quarto del mondo le armi nucleari sono ufficialmente bandite e tale istanza comincia a incrinare le determinazioni del mondo occidentale a tal proposito. Scusate se è poco.