Uomini e donne scalzi. A Venezia non c’è solo cinema

Venerdì da Bruxelles a Kobane da Milano a Venezia eravamo – e non sono mai stata così felice di esserlo – a piedi scalzi per partecipare alla «Marcia degli uomini e delle donne scalzi». Nella splendida Venezia, più precisamente al Lido dove stava andando in scena uno dei maggiori festival del cinema mondiale, ha esordito la splendida iniziativa della marcia, eravamo circa 2000 di ogni età e di ogni cittadinanza secondo i dati raccolti dalle associazioni del luogo.

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Il corteo partito dalla stazione Santa Maria Elisabetta, nonostante il blocco delle forze dell’ordine e riuscito ad arrivare a ridosso dell’ingresso della Mostra del Cinema e la delegazione della marcia è riuscita a portare il messaggio di solidarietà e rispetto al red carpet. La marcia ha unito: giovani, anziani e bambini e alcuni volti della politica italiana, come Nichi Vendola (leader di Sel), a fianco dei rifugiati per chiedere che venisse garantita a ogni essere umano la certezza alla vita e per ribadire che i diritti umani non siano umani solo se appartengono agli occidentali.
Nonostante fosse chiaramente una marcia priva di connotazioni politiche non sono mancate le polemiche e gli atti di sabotaggio da parte delle forze politiche opposte in quella Venezia che ormai dalle elezioni sta attuando una campagna contro la diversità e contro la solidarietà, ma venerdì – nonostante tutto – è stato un giorno importante per veneziani e non, ieri le strade del Lido colorate dalla pittura dei piedi dei manifestanti e i colori del tramonto hanno fatto capire che colorata di tutti i colori e non solo di fucsia Venezia è ancor più bella.
Le marce svolte in tutta l’Italia e in Europa, la solidarietà delle scorse settimane non deve essere un traguardo, ma un punto di partenza, per abbattere l’Europa dei muri e del razzismo, in quanto è un Europa che nega se stessa i suoi valori e la sua storia.

Nadia Salviato