Love=Love: intersessualità e ermafroditismo, sfatiamo il mito

Pensando alla parola «ermafrodita» sicuramente nella vostra mente appariranno immagini di miti antichi, tra i più famosi quello di Amore e Psiche. Il mito racconta che un tempo ogni essere umano era sia maschio sia femmina al tempo stesso, in un’unica e mistica fusione, ma un giorno i generi furono divisi ed è da qui che nasce l’idea dell’anima gemella: per tornare ad essere quelli di un tempo si deve trovare la propria metà. Un tempo la propria natura era sacra, ora causa solo disagi psicologici perché la nostra cultura si è distaccata dalla nostra natura. È ciò che capita agli intersessuali. L’intersessualità riguarda la presenza di entrambi gli organi genitali totalmente o semisviluppati o la variazione ormonale o gli organi sessuali secondari. L’intersessualità ha molteplici manifestazioni, ma una sola causa genetica: l’alterazione dei cromosomi che determinano il sesso. L’intersessualità più conosciuta è sicuramente l’ermafroditismo di cui vi parlerò. Ci sono decisamente rari casi, ma vanno considerati in quanto parte di individui con disagi molto forti e che conoscono in ben pochi. Solitamente si manifesta con lo sviluppo ormonale in adolescenza. Concretamente si formano organi genitali (non sempre del tutto formati) del sesso opposto rispetto a quello manifestato fino a quel momento. Ciò va a variare gli ormoni e di conseguenza tutta una serie di comportamenti. Ci può essere una variazione di genere, ma non è strettamente connesso, anche se comunque chi è ermafrodita, ma anche androgino (presenza di elementi maschili e femminili, sia corporali sia comportamentali,in un solo individuo, escludendo gli organi genitali) a causa degli ormoni ha più probabilità di avere variazioni e fluidità nel genere. Questa condizione potrebbe essere «riparata» con cure chirurgiche ed ormonali, ma in molti riteniamo l’intersessualità qualcosa di assolutamente naturale e quindi da non «riparare» anche per le drammatiche conseguenze sia a livello di scompensi fisici successivi, sia a livello psicologico nei confronti dell’accettazione del proprio corpo e della propria identità. È una correzione di ciò che la natura ha fatto di te in base ad un modello culturale incoerente nei confronti delle leggi naturali.

landrogino

Ciò che differenzia i transessuali dagli ermafroditi è che se i primi scelgono quando effettuare il «passaggio», gli ermafroditi se lo ritrovano improvvisamente e soprattutto in un periodo critico come l’adolescenza. Se l’ermafrodita deve parlare del tempo precedente alla manifestazione del nuovo organo genitale, parla di «vita precedente», usa verbi passati e non sa spesso se riconoscersi in una dualità o in un solo sesso. È sempre alla ricerca di un recupero del suo precedente sesso in qualche comportamento sebbene sia spesso molto represso, sia da parte degli ormoni che per una causa strettamente psicologica, identitaria e a volte legata alla variazione del genere. Inoltre a differenza di molte altre persone che possono avere un orientamento differente da quello eterosessuale o dal cisgenderismo (avere il proprio genere che corrisponde al proprio sesso), non può affatto ritrovarsi con altre persone che vivono la medesima condizione, vive un senso di solitudine e di diversità decisamente più grande rispetto ad altri. Spesso odia il suo corpo, si sente come un fenomeno da baraccone perché la gente lo tratta come tale, non solo le persone che lo circondano, ma la stessa comunità scientifica che lo analizza e lo studia come una cavia da laboratorio.

Nel prossimo articolo intervisteremo una giovane intersessuale, Tiresia Valentina Coletta, con le domande che voi porrete in questa settimana. è importante dire che in lei non è riconosciuta nessun tipo specifico di intersessualità, è una particolare mescolanza e dunque è perfetta per rappresentare l’intersessualità.
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