Note a margine sull’eutanasia, diritto imprescindibile

La vita è un dono, su questo non c’è alcun dubbio: che creda o meno in una qualche entità suprema e creatrice, l’uomo è – quasi sempre – artefice del proprio destino e questo solo grazie al libero arbitrio che è parte imprescindibile dell’esistenza. Ci sono momenti in cui però questo non è vero, e non stiamo parlando delle depressioni che possono portare al suicidio (su cui ci asteniamo da ogni giudizio non avendo idea di cosa una depressione significhi), quanto piuttosto di tutti quei casi in cui la vita cessa di essere vita: se, abbiamo detto, l’esistenza umana è un dono – quindi qualcosa di positivo – ed è legata a doppio filo con la libertà, nel caso in cui mancasse almeno uno di questi fattori, la vita non sarebbe più tale.

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L’eutanasia è un diritto che chiunque deve poter esercitare: impedirla significherebbe togliere all’uomo l’unica cosa di cui è eterno padrone, ossia il proprio corpo e, di conseguenza, la propria vita. Nessuno Stato, neppure quello in cui si delega al potere ogni libertà a favore di una totale sicurezza, può decidere della vita dei cittadini: aberrazione di questa massima è la pena di morte, ma anche il divieto della pratica dell’eutanasia. Se, da una parte, lo Stato vuole togliere la vita all’individuo quand’egli vuole mantenerla, dall’altra il potere pretende di tenere in vita un uomo che non considera più la propria esistenza come degna di essere vissuta. Come il suicidio non può essere assolutamente vietato per legge, così non può esserlo l’eutanasia, sia che si tratti del cosiddetto «suicidio assistito», sia che consista invece nell’esecuzione del testamento biologico da parte di un’altra persona. Discorso (molto) diverso riguarda invece casi in cui, tanto per fare un esempio, un individuo è in stato vegetativo e i familiari vorrebbero staccare la spina, senza alcuna indicazione scritta da parte del diretto interessato: in linea con quanto abbiamo detto sinora, questo è un vero e proprio abuso. Nessuno e nemmeno per ragioni «umanitarie» può disporre della vita degli altri, mai.

Tito Borsa