Altro che sacchetti bio, il Pd promette preservativi

Arrivare al 4 Marzo sarà un’agonia, una lenta sofferenza che metterà a dura prova noi stessi e la nostra sanità mentale. Ascoltarli e leggerli sui giornali sarà difficilissimo. Proveremo le più disparate emozioni: passeremo dallo stupore per la cazzata, alla rabbia per l’evidente presa per il culo, alla risata, arriveremo addirittura a comprenderli e quasi ad averne pietà. Sono tutti pronti e il tacito obiettivo comune è quello di tornare sella al comando del loro scranno. Viaggiano in lungo e in largo ogni rete televisiva, studiano di notte le battute che possano fare presa su un pubblico sempre più disinteressato e cercano il colpo che possa portarli alla ribalta per qualche minuto. Ricercano nei meandri quella battuta che possa far accendere su di loro le luci di un palcoscenico sempre più in ombra. A proposito di questo, ci ha provato recentemente l’On. Giuditta Pini (Pd): la carismatica deputata modenese, anch’ella vittima del virus che ha portato il consueto passaggio passaggio dall’ala bersaniana a quella renziana, ha sostenuto che «piuttosto dei sacchettini bio gratis, è meglio regalare dei preservativi». In un primo momento può sembrare carina l’idea di regalare i preservativi, ma poi uno sano di mente si chiede che cosa c’entrino i sacchettini bio con i preservativi. La risposta è sempre la stessa: accendere le luci e comparire sui giornali, far girare il proprio nome. Poco importa se viene detta una stronzata, l’importante è in qualsiasi modo esserci e far vedere che qualcosa viene partorito.
Le promesse si gonfieranno sempre di più e faremo fatica a starci dietro a capire qualche cosa. Anzi, non ci capiremo proprio nulla. Sarà un po’ come andare ad una mostra di arte contemporanea e (far finta) di ammirare un quadro tutto blu; in realtà non ci capiamo nulla proprio perché non c’è nulla da capire.
Prepariamoci alla più orrenda campagna elettorale che questo Paese abbia mai vissuto: un mix di slogan e insulti, di parole al vento e zero concretezza. Promesse che sarà impossibile mantenere, all’insegna del nulla mischiato con il niente.
La tentazione di confluire nel gruppo degli astenuti sale e si propaga in ogni anfratto del corpo. La voglia di stare a casa aumenta e continuerà ad aumentare giorno dopo giorno e noi, cittadini modello, saremo chiamati «eroi» dai posteri se, alla fine della tragedia, vinceremo questa sanissima tentazione che ha iniziato a pervaderci da tempo.
Di tutto questo loro se ne fregheranno, come sempre, come hanno sempre fatto perché «la qualità non è richiesta, è il numero che conta» (cit.).