Barbara Codogno – Tutti figli della serva

Tutti figli della serva
Barbara Codogno
Gaffi editore – 2015 – 14,90 euro

tutti-figli-della-serva-la-recensioneBarbara Codogno, scrittrice e giornalista veneta, ci regala un noir ambientato nella sua terra, che poi è anche quella di chi scrive. Un racconto crudo, a partire dal linguaggio, di retroscena cupi di un territorio pieno di contraddizioni che, dopo il boom economico, ha trasformato tutti in figli della serva, degli schei, dei soldi appunto. L’Autrice si è avventurata in un genere tipicamente maschile, sdoganando la presenza femminile nel noir, monopolizzato– per quanto riguarda l’ambientazione veneta – dal fuoriclasse Massimo Carlotto. Tutti figli della serva non è ancillare rispetto ai prodotti scritti dagli uomini, bensì si dichiara come un’alternativa diversa e non concorrenziale. Un ritratto del Nord Est che mette a disagio: il lettore, anche nolente, si ritrova immerso nell’angosciosa storia di personaggi degni del noir americano: spacciatori, criminali, puttane e rifiuti umani che fungono solo da lacchè per quelli più in gamba di loro. Gli schei, dicevamo, sono il dei ex machina della vicenda: la gente venderebbe l’anima per i soldi, così da potersi comprare vestiti firmati, la droga, le ville e l’appartenenza al jet set. Tutti sono figli della serva: imprenditori, politici, criminali e professionisti. La Codogno riesce a descrivere in un romanzo la storia dell’umanità intera, facendo riferimento solo alla realtà veneta; una piccola prova per poter dire che il tempo passa ma l’uomo rimane lo stesso, e nei noir mostra il lato peggiore di sé.