Caso Ruby: le morti sospette di Imane Fadil e del suo avvocato

Più si scava nella vicenda della morte di Imane Fadil e del suo avvocato Egidio Verzini più troppe cose non tornano. Lei morta presumibilmente avvelenata da sostanze radioattive, lui con suicidio assistito in Svizzera. Entrambi non avevano manifestato nessuna voglia di morire ed entrambi erano legati al processo Ruby che coinvolge Silvio Berlusconi e altri notissimi personaggi.

Cerchiamo di fare chiarezza: Imane Fadil era una delle testimoni chiave del processo denominato «Caso Ruby» e prometteva di voler rivelare tutta la verità, che secondo lei non era solo quello di cui l’opinione pubblica è a conoscenza, ma molto di più; ecco perché ha scritto un libro sul tema che però ha fatto fatica a pubblicare. Qui la sua ultima intervista, che vi consigliamo di guardare, dove traspare tutto il suo carattere: https://milano.repubblica.it/cronaca/2019/03/15/news/imane_fadil_ruby_ter_silvio_berlusconi_morta-221646092/

Nel video dice che molte ragazze si sono fatte corrompere da Berlusconi e dal suo «entourage», ma che lei non avrebbe ceduto; ha cercato qualcuno che le pubblicasse il libro, ma molti editori si sono rifiutati, secondo lei per paura di ripercussioni o semplice omertà.

Fadil è morta dopo un mese di sofferenze dove però è sempre stata lucida e ha rivelato al fratello e all’avvocato il suo timore di essere stata avvelenata. I medici hanno detto che la ragazza era sana, a parte le sostanze da lei ingerite e che queste potrebbero essere talmente pericolose che in fase di autopsia si dovranno usare speciali precauzioni. L’autopsia è un altro elemento controverso perché fuori dai tempi standard che di solito ci si aspettano; infatti, la ragazza è deceduta il 1 marzo, ma l’autopsia non è ancora stata eseguita e il passaggio del caso alla procura è avvenuto molto in ritardo. L’avvocato attuale di Fadil ha dichiarato che la ragazza era tutto fuorché depressa, anzi, secondo lui, si poteva dire «esattamente l’opposto» conoscendo la ragazza.

Silvio Berlusconi intervistato in merito ha dichiarato di non aver mai conosciuto Fadil, ma gli atti giudiziari lo smentiscono: quelli sul caso Ruby bis dimostrano che la giovane è stata sei volte ad Arcore. Inoltre, la ragazza ha incontrato altre due volte Berlusconi: il 29 agosto 2010 nel ristorante milanese «Da Giannino» e a Villa Campari, a Lesa, sul lago Maggiore, il 4 settembre dello stesso anno. Per tutti i magistrati che si sono occupati del caso, Imane Fadil non solo era credibile, ma riferì anche «dettagli vantaggiosi per l’imputato», sostengono le toghe.

Egidio Verzini nel 2011 era avvocato di Fadil e aveva testimoniato come persona informata sui fatti che Berlusconi avrebbe versato 5 milioni di euro a Karima El Mahroug, con i soldi transitati da Antigua in Messico. Nel comunicato diffuso un giorno prima di morire parlò di «un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank su un conto presso una banca in Messico», sostenendo che la «operazione Ruby» sarebbe stata «interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione di Luca Risso», ex compagno di Karima. Lo storico legale di Berlusconi aveva annunciato querela. Nell’ultima riga del comunicato Verzini aveva scritto di essere «in possesso di ulteriori elementi ed informazioni documentate».

Il giorno dopo, quando la stampa è concentrata sulle sue rivelazioni e aspetta di sapere il resto, Egidio Verzini si toglierà la vita col metodo del suicidio assistito, apparentemente senza informare nessun suo conoscente e senza aver mostrato in precedenza alcun segnale sulla sua decisione. Pare che a determinare la sua scelta sia stata la diagnosi di un male incurabile che ha voluto tenere nascosto fino alla fine.

Insomma: molte ombre su queste due morti a dir poco «particolari». Ovviamente noi non ci permettiamo di tirare conclusioni al posto dei tribunali e lasciamo al lettore le dovute riflessioni riguardo quello che ha appena finito di leggere.