Cop26, un incontro mondiale sui cambiamenti climatici

Lo scorso aprile Joe Biden, da poco Presidente degli Stati Uniti, si è lanciato nell’annuncio che vuole segnare la discontinuità rispetto alla linea dell’amministrazione Trump, per quanto riguarda i temi ambientali. L’obiettivo, che prevede una riduzione di emissioni del 50% al 2030 (rispetto al 2005), è stato seguito ieri da un primo passo in questo senso, con il Dipartimento degli Interni che ha confermato le veline dei giornali: le trivellazioni nell’Artic National Wildlife Refuge, in Alaska, approvate da Trump con un blitz proprio nelle ultime ore della sua presidenza, sono state sospese.

Questa notizia accompagna l’apertura dei lavori intermedi della Cop26 sui cambiamenti climatici, che si svolgono dal 31 maggio al 17 luglio e rigorosamente online, in preparazione al meeting di Glasgow che si terrà dall’1 al 12 novembre. L’Italia vede arrivare l’evento nell’anno della sua Presidenza al G20 e, da tempo, ha costruito una stretta collaborazione con il Regno Unito sui temi che riguardano l’ambiente e la transizione ecologica. Alok Sharma, membro del Parlamento Britannico nonché Presidente della stessa Cop26, ha assicurato che l’evento autunnale si terrà in presenza.

Saranno 30mila i delegati presenti all’incontro, inizialmente previsto per lo scorso anno e poi rinviato a causa della pandemia: capi di Stato, esperti climatici e attivisti avranno l’obiettivo di concordare un piano d’azione coordinato per affrontare il cambiamento climatico, che abbia l’obiettivo di rispettare quanto deciso con l’accordo di Parigi nel 2015. Quelle proposte, attualmente, sembrano infatti ferme al palo, tanto che le previsioni degli ultimi giorni dicono che il superamento della soglia limite di innalzamento della temperatura, fissata in 1,5°C, potrebbe essere raggiunta già nei prossimi cinque anni.

L’Italia, che ha costruito questa partnership, ospiterà ben due eventi in preparazione di quello britannico: il primo è un incontro che riguarda i giovani, mentre il secondo sarà il Pre-COP, che si terrà a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre. Tutti gli incontri di preparazione dimostrano l’importanza dell’evento principale di novembre, a cui i diversi attori arriveranno con proposte chiare e con uno scenario già piuttosto delineato. Le decisioni da prendere diventano ogni giorno più urgenti, con una quantità molto importante di finanziamenti da distribuire. A tal proposito, vale la pena citare il passaggio di un’intervista a John Kerry, ex Segretario di Stato e attualmente inviato speciale del Presidente per il Clima, al Corriere della Sera, in un appello al nostro Ministro per la Transizione Ecologica: «Cingolani mi ha mostrato le mappe dei gasdotti, esistenti e in discussione. Ma attenzione: il gas naturale è comunque un combustibile fossile, composto all’87% circa di metano, quando lo bruci crei CO2, e quando lo sposti possono esserci perdite molto pericolose. Dobbiamo affrontare un discorso assai più ampio sulla rapidità con cui passare a un’economia basata sull’energia pulita che alla fine non dipenda nemmeno dal gas naturale».

Questo nuovo Governo non sembra aver compreso appieno la rivoluzione che sarà necessaria nei prossimi anni, con proposte ancora troppo timide. Eventi come la Cop26 sul clima possono, però, essere un volano positivo, con una contagiosità di idee tra i diversi paesi che deve rendersi più forte, per superare lo stallo attuale.