Corpi a perdere

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Mappa dei diritti delle persone trans* in Europa, 2014

L’anno appena concluso ha visto la piccola realtà trentina testimone della presentazione nel Tribunale di Trento di tre casi di riassegnazione anagrafica del sesso. Fin qua nulla di nuovo, se non fosse che l’avvocato Alexander Schuster ha presentato le domande senza che le persone da lui assistite avessero subito gli interventi di sterilizzazione.
Il tribunale avrebbe potuto interpretare la legge 164/1982 per conto suo e consentire la riassegnazione anagrafica senza sterilizzazione come era già successo tre volte in passato presso gli organi giudiziari di Roma, Siena e Rovereto. Invece si è rifiutato di interpretarla ma ha deciso di sollevare presso la Consulta la costituzionalità dell’art. 1 comma 1 della stessa:

La rettificazione di cui all’articolo 454 del codice civile si fa anche in forza di sentenza del tribunale passata in giudicato che attribuisca ad una persona sesso diverso da quello enunciato nell’atto di nascita a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali.

L’articolo in questione si scontra inesorabilmente con l’art.8 (diritto al rispetto della vita privata e di quella familiare) della CEDU e l’art. 2 , 3 , e 32 della Costituzione (riguardo all’art. 32, il Disturbo di Identità di Genere è ancora considerato disturbo mentale del DSM-IV). La mancanza di presa di posizione del Tribunale di Trento può però aprire la via all’opportunità di avere un’interpretazione identica per tutti i casi a venire.
Finora la maggior parte dei tribunali ha concesso la riassegnazione anagrafica solo dopo gli interventi di sterilizzazione («grande soluzione»), mentre quella che viene considerate l’Europa civilizzata ha già da tempo adottato la «piccola soluzione» (ossia la non necessità dei citati interventi).
La Corte Costituzionale ha quindi l’obbligo morale di interpretare la legge a favore della tutela dei soggetti che hanno richiesto la riassegnazione anagrafica in modo da poter evitare di ledere ulteriormente la loro vita privata e salute. Sarebbe inoltre un passo definitivo verso l’adeguamento agli standard europei (ossia la discussione della 164 come richiesto dalla campagna
Un altro genere è possibile del M.I.T. – Movimento Identità Transessuale) e una presa di coscienza sul dover tutelare maggiormente i diritti e i bisogni delle Persone.