Denuncia per vilipendio: botta e risposta fra Questura e Amnesty

Nuovi sviluppi sul caso del giovane avvocato, attivista di Resistenze meticce, denunciato per vilipendio alle istituzioni della Repubblica, vicenda che vi avevamo raccontato ieri. FanPage riporta la replica della Questura di Roma: «Sono stati inoltrati, il 28 giugno, all’autorità giudiziaria, gli atti dell’identificazione di alcuni estremisti che, nel corso di una manifestazione regolarmente preavvisata da Amnesty International, avevano arbitrariamente diffuso, attraverso un altoparlante, posizioni non condivise dagli stessi promotori, che infatti, avevano chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Sulla base della documentazione della polizia scientifica, gli autori sono stati denunciati per aver minacciato le forze dell’ordine di ritorsione pronunciando inoltre espressioni oltraggiose nei confronti delle istituzioni ed in particolare della Polizia di Stato».
Ma questo non corrisponde alla versione di Amnesty International, che definisce la denuncia una «criminalizzazione della libertà di espressione che restringe in maniera sproporzionata il diritto alla libertà di parola». E prosegue: «L’episodio ripropone con urgenza una riflessione sulla tendenza in crescita di criminalizzazione di atti che hanno connessioni remote con reali reati penali. Amnesty International è preoccupata dell’impatto sulla società di queste restrizioni al diritto alla libertà di espressione, che comportano la compressione dello spazio disponibile per sostenere e promuovere opinioni controverse o impopolari».