Duemilaquindici? Niente propositi, solo piani da attuare

Cecilia Alfier

Salve, sembra incredibile, ma sono sempre la stessa del 2014. Delusi, vero? Non mi aspetto più grandi cambiamenti epocali da un giorno all’altro, però qualcosa sì. Per esempio, ora leggo più libri contemporaneamente, come se una sola storia non mi bastasse più. Sono felice di aver concluso l’anno leggendo Allegiant di Veronica Roth, il degno finale di una trilogia che inizia con Divergent e prosegue con Insurgent, la cui protagonista Tris vive in una città divisa in «fazioni» che le persone devono scegliere a seconda del loro modo di agire e vedere la vita. Non è grande letteratura, sia chiaro, è una di quelle trilogie che vanno di moda ora, con ambientazione post apocalittica e governo hitleriano annesso. Può sembrare «commerciale» e in un certo senso lo è. Ma c’è modo e modo di esserlo e Divergent lo è in maniera intelligente perché una volta finito non ti lascia solo adrenalina, angoscia e una sorta di vuoto, ma anche delle domande. La più importante questione è questa. È ben noto che il nostro DNA, la genetica, determina molte delle nostre inclinazioni personali, ma dove finiscono i geni e dove inizia la responsabilità individuale? In altre parole, quanto regge la scusa del «non sono portato» come rinuncia ai nostri sogni? A mio parere poco. Immagino Dio o chi per lui nell’atto di pensare a me. Sì. Dunque questa donna avrà gli occhi azzurri, qualche sprizzo di intelligenza ogni tanto e non diventerà mai Grande Maestro di scacchi, non è scritto nei suoi geni. Ridicolo, avevo un sogno una decina di anni fa ed era quello di raggiungere la massima categoria possibile a scacchi e non rinuncerò a causa della mia pigrizia. Ci riuscirò, ci metterò solo più tempo di chi non fa altro nella vita. Ho preso il mio sogno dal cassetto e gli ho tolto la polvere con un dito, ora mi sento bene. Non sono buoni propositi, sono piani che sto già mettendo in atto. È un brutto periodo per sognare, spesso mi chiedo se ha senso festeggiare compleanni e capodanni, in fondo è solo tempo che passa. Sì, è vero, la Terra è riuscita a fare un altro giro intorno al Sole e allora? Non potremmo dormirci sopra e basta? Poi mi ricordo che abbiamo bisogno di staccare ogni tanto e tentare di ricominciare, sempre. I 21 capodanni che ho vissuto mi girano in testa come se fossero una nottata sola. In particolare, fra il 99 e il 2000 i miei compagni di classe erano tutti convinti che il 1999 prima o poi si sarebbe ripresentato. Che cosa strana.